Tetto verde e guaina di copertura

Come già accennato su una copertura del fabbricato è stato realizzato un giardino pensiledi tipo estensivo inclinato, chiamato anche tetto verde.
In accordo con l’architetto è stata adottata questa soluzione per due motivi:
– uno quello di dare una maggiore coibentazione termica, in quanto lo strato di terra e di vegetazione fungono da isolanti naturali
– uno per soddisfare la scelta estetica.
Nella parte del tetto a due falde dopo aver posato lo strato di 16 cm di Stiferite abbiamo posato un manto impermeabile antiradice. Sopra il manto è stato realizzato il pacchetto tecnico del giardino pensile costituito dalla seguente stratigrafia:
1) strato di drenaggio e riseva idrica Daku FSD 30 costituito da un pannello in poliuretano espanso prestampato, avente un’altezza di cm. 8
2) Daku Stabilfilter, tessuto non tessuto di tipo tecnico come elemento di separazione tra il terreno e lo strato di drenaggio
3) georete di contenimento di tipo tridimensionale di altezza 7,5 cm avente lo scopo di trattenere il terreno, che potrebbe essere trascinato valle in casodi precipitazioni violente, soprattutto nella prima fase dopo il trapianto delle piante dove la scarsa presenza di radici nel suolo, aumentano tale rischio
4) substrato specifico per giardini pensili estensivi in ragione dello spessore di 9 cm e creazione di un drenaggio perimetrale in ghiaia lungo le zone più critiche
5) in fine abbiamo provveduto a trapiantare sul tetto delle piante di genere sedum spp (in varietà mista) in ragione di 15/20 piante/mq., in modo che alla loro crescita formino un cuscino di piante grasse alto circa 30 cm
Per il periodo estivo è stato previsto anche un sistema di irrigazione da utilizzare all’occorrenza o in periodi di siccità prolungata.
Per la realizzazione di tutto questo paccheto di tetto verde ho scelto di affidarmi alla CO.PA.RI. di Forlì, azienda specializzata da diversi anni nel sistema DAKU, in quanto la loro esperienza e le garanzie offertemi hanno soddisfatto a pieno le mie esigenze.

Sempre alla CO.PA.RI è stato affidato il compito della impermebilizzazione del tetto piano nella copertura superiore. Il materiale scelto in questo caso è una guaina autoriflettente bianca il cui nome è DERBIBRITE. Detta guaina mi è stata fornita e posata con una garanzia di 15 anni. Quest’ultima ha anche di per sè una proprietà isolante in quanto riflettendo la luce solare non riscalda il tetto.
Posso garantire che nelle giornate di sole cocente su questa copertura si camminava tranquillamente senza subire uno sbalzo termico, mentre sopra la parte di tetto a due falde dove era stata realizzata la guaina antiradice di color nero, nelle giornate di sole il clima diventava rovente.

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Le vernici e i colori

Un altro passaggio importante, verso la completa riuscita del progetto, é stata la scelta della tipologia di vernice da utilizzare e la scelta delle tonalità.
Avendo realizzato un intonaco a calce naturale abbiamo ricercato una pittura, che oltre a soddisfare il nostro gusto estetico, avesse qualità salutari e qualitative adeguate.
Le pitture comunemente utilizzate sono poco salutari sia per i muri, in quanto non permettono la traspirazione, sia per le persone che vivono gli ambienti.
Tra le varie offerte trovate in commercio abbiamo scelto le pitture della ditta Keim: in particolare il Biosil per i colori chiari e l’Optil per i colori scuri.
Per quanto la scelta delle tonalità, abbiamo iniziato un attento studio sui colori ed i loro usi in relazione agli ambienti della casa, per far si che ogni vano avesse la giusta colorazione in rapporto all’uso.
Mentre io mi sono dedicato maggiormente alla struttura e alla tecnologia della casa, mia moglie Anna si è dedicata alle scelte estetiche e di rifinitura.
Il fabbricato esternamente è molto moderno, il bianco predomina anche se abbiamo voluto spezzare la monocromia utilizzando una tinta“tortora”, sul retro della casa ed all’interno del loggiato della camera padronale ed un tocco di rosso su di una parte sporgente al piano terra accanto all’ingresso.
All’interno abbiamo invece voluto dare accoglienza e calore scegliendo un colore base, che accompagna ogni vano, a metà strada tra il bianco ed il panna abbinato a tinte differenti a seconda delle stanze.

Ho trovato molto utili, le indicazioni suggerite nel libro “Il Colore in Casa” da Paola Santagostino

Il Colore in Casa

e dopo la lettura mi sono sentita di adattarle all’ambiente e ai suoi abitanti. Ho provato in ogni luogo a sentire e percepire la sensazione che quella stanza doveva trasmettere, es. calore, accoglienza, relax, concentrazione, ecc..
Sono partita dalla cucina che è il regno di ogni donna, noi l’abbiamo voluta in legno rovere color miele, abbiamo usato quindi i toni del giallo e del verde perché in cromoterapia e medicina cinese questi colori aiutano la digestione, in più abbiamo voluto un ambiente grande in modo da fare cene con gli amici, o far fare i compiti ai bambini, o per rilassarsi con un tè, quindi l’atmosfera doveva essere calda, accogliente e rilassante; il legno, il colore giallo e verde della carta da parati e il giallo ocra chiaro delle altre pareti mi sembrava un buon abbinamento.
Successivamente ho scelto il rivestimento dei bagni.
Il bagno al piano terra è un bagno di rappresentanza, è un bagno che si usa “velocemente” per gli ospiti per lavarsi le mani.., quindi è il più eccentrico: rosso e oro, il rosso si può usare solo in zone di passaggio perché è un colore che può dar fastidio (ci sono esperimenti dove è stato dimostrato che a una persona all’interno di un ambiente completamente rosso su tutti i lati, pavimento e soffitto compresi, dopo 15 minuti ha sensazioni di nausea e vomito).
Anche il corridoio è rosso aranciato che armonizza e lega il giallo della cucina con la carta da parati della sala che è un effetto trama con lilla prevalente e mattone .
Per salire al piano superiore c’è una carta da parati arabesca con sfumature del colore del corridoio.
Al piano superiore ho voluto creare tre ambienti differenti a seconda di chi li viveva: bimbi, ospiti e padronale.
L’ambiente ospiti: camera e bagno ha delle tinte calde, la parete del letto è cioccolato e le altre 3 vaniglia; il bagno vaniglia e arancione. Ho scelto questi colori perché l’ospite sta da noi qualche giorno al massimo una settimana, quindi la sua camera doveva avere i colori della terra, della sabbia, come una tana dove potersi rifugiare e del cioccolato… l’alimento che per eccellenza accende i sensi, arancio e ambra i colori del tramonto che scaldano l’anima.
L’Ambiente dei bimbi ha la parete del letto un blu cobalto o aviazione è un colore serio, va bene per tutte le età e rilassa prima di dormire, a fianco nella parete della scrivania c’è il giallo che si dice sviluppi la memoria e l’intelligenza. Il bagno bianco, arancio e verde allegro e senza tempo.
La camera padronale ha la parete della testata lilla le altre verdi chiare, il bagno le mattonelle melanzana e bianco inglese e una parete del bagno e una della cabina armadio sono viola vinaccia.
Quest’ultimo ambiante, il mio e di mio marito, è l’unico che ho creato d’istinto, perché il viola è uno dei miei colori preferiti, l’unico impegno è stato a non creare una cosa estremamente femminile, ma adatta ad entrambi.
È stato molto divertente giocare con i colori e quando sono stata in difficoltà ho avuto chi mi ha aiutato. Grazie.
Anna”

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Finitura cappotto Multipor

La costruzione sta procedendo regolarmente rispettando i tempi prestabiliti e senza particolari difficoltà.
E stata completata la posa del termocappotto mediante la posa dei pannelli a base di idrati di silicato di calcio (Multipor) dello spessore di cm. 20, i pannelli sono stati posati con apposito collante e fissati alla sottostante muratura con tasselli meccanici a vite.

Prima della rasatura superficiale del termocappotto sono stati posati una serie di accessori per il montaggio di pluviali, scossaline in lamiere, coprimuri, porta lampade esterne ecc, accessori che assicurano stabilità del fissaggio e facilità di montaggio e assenza di ponti termici. E’ bastato realizzare una fresatura nel cappotto, applicare la colla e inserire Cilindro schiumato in EPS (polistirolo espanso) con superficie laterale ondulata per garantire una migliore presa sul cappotto termico.

Una volta steso l’intonaco il prodotto non si noterà più, ma sarà la solida base su cui montare e sostenere viti per pluviali, grondaie, per plafoniere per l’illuminazione, per coprimuri e altri elementi.

La rasatura dei pannelli termoisolanti a base di idrati di silicato di calcio è stata eseguita con un doppio strato sottile di malta adesiva rasante a base di calce/cemento tipo YTONG Malta Leggera MULTIPOR dello spessore di circa 5-6 mm in cui è stata annegata una rete in fibra di vetro avente massa areica di 150 gr/m² e dimensioni della maglia circa 4×5 mm.
Lo strato di finitura è formato da un rivestimento in pasta silossanico traspirante idrorepellente con granulometria 0,8 mm. denominato COLOR FINISH CAPRI della ditta OIKOS applicato in 2 mani con spatola acciaio e rifinito a frattazzo in spugna ad effetto intonaco civile colorato, previo stesura di una mano di primer fissativo DECORSIL PRIMER Silossanico.

Vorrei evidenziare una piccola problematica che si è manifestata nella realizzazione del termo cappotto, l’architetto aveva studiato insieme ai serramentisti di realizzare i controtelai delle finestre di spessore tale affinchè una striscia sottile del materiale utilizzato per temocappotto li ricoprisse sul lato esterno della muratura al fine di evitare crepe dovute a dilatazioni tra i diversi materiali, l ‘XPS dei controtelai e i pannelli in silicato di calcio del cappotto, ma alla facile lavorabilità e taglio dei pannelli di silicato di calcio non corrisponde un’altrettanta resistenza meccanica per spessori sottili, pertanto si sono manifestare numerose rotture dei pezzi tagliati dovuta alla friabilità del silicato di calcio, pertanto abbiamo dovuto desistere nel proseguire nella lavorazione e posare pannelli EPS normale a pareggio dello spessore dei controtelai e curare con doppia retinatura la giuntura tra i due materiali al fine di prevenire la formazione di future setolature.

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Blower Door Test

Un esame importante è quello del primo Blower Door Test.
In questa fase si verifica la qualità dell’involucro alla tenuta all’aria. Generalmente viene fatto quando il fabbricato è stato chiuso completamente, con infissi e portoncino, ma prima di tutte le rifiniture finali. A questo punto infatti è ancora possibile intervenire, nel caso il test riveli punti critici, senza creare danno al fabbricato finito.
Una volta terminati i lavori, e a casa abitata, si eseguirà un secondo test necessario per riverificare definitivamente i parametri e per l’ottenimento della certificazione secondo i parametri delle Passiv haus.
Ho deciso di raccontarvi di questa esperienza attraverso un semplice filmato realizzato durante il test.

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Portoncino d’ingresso passivo


Da circa una settimana la casa è chiusa a tutti gli effetti.
Il portoncino d’ingresso è stato acquistato e installato dalla ditta Bacher.
I produttori di portoni d’ingresso certificati per case passive sono molto pochi e come potete immaginare piuttosto cari. I contatti che ho avuto sono stati, oltre che con tutte le altre aziende di cui ho già accennato nell’articolo degli infissi, con Rubner porte e con la Bacher.
La scelta è ricaduta su quest’ultima per il rapporto prezzo-qualità da me riscontrato.
Sinceramente questo è stato l’unico acquisto fatto senza vedere il prodotto finito, in quanto si tratta di una azienda che non è ramificata e strutturata come le altre, e così tramite le referenze datemi e dalle varie soluzioni propostemi via mail ho scelto una foto di mio gradimento.
Devo dire che, ora che il portoncino è stato montato, sono soddisfatto della scelta estetica, anche se l’unica nota negativa, il portone ha una finitura esterna di colore giallo, colore non richiesto da me!
Quando telefonicamente ho dato le colorazioni avevo chiesto per l’esterno un legno chiaro e per l’interno un color bianco venato. La Bacher a fronte di questo loro errore mi ha detto che riuscirà a rimediare la tinta come richiesto, vedremo!

05.12.2010
La Bacher si è adoperata per rimediare alla tinta della colorazione in maniera molto seria e professionale. E’ un piacere avere a che fare con fornitori di questo genere.

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Sonde geotermiche

Tra le varie possibilità di impianti per l’apporto energetico abbiamo optato per la soluzione geotermica.
Questa soluzione è molto in linea con la filosofia del fabbricato e, fatta eccezione del costo iniziale, non presenta consumi particolari o emissioni.
Questo tipo di impianto non necessita di alcuna combustione di prodotti petroliferi, pertanto elimina l’emissioni di CO2 e di gas ad effetto serra nell’atmosfera.
Il sistema funziona attraverso dei fori/pozzi nel terreno nei quali vengono inseriti tubi a circuito chiuso. L’acqua immessa nel tubo risale ad una temperatura di circa 14 gradi e attraverso uno scambiatore viene trasferita all’impianto della casa; nel nostro caso specifico, in ogni pozzo sono stati inseriti quattro tubi (2 di mandata e 2 di ritorno), per ottenere una resa maggiore e ogni pozzo è profondo 100 mt..
L’impianto geotermico ha una resa maggiore se è presente nel sottosuolo una falda d’acqua e ,fortunatamente, a circa 70/75 mt. abbiamo trovato in entrambi i pozzi la presenza di ghiaia, elemento caratterizzante delle falde acquifere.
Per quanto riguarda le perforazioni, devo essere fatte ad una distanza minima di 7 mt. tra loro, ma, avendo a disposizione molto terreno, abbiamo posizionato i fori ad una distanza maggiore, all’incirca di 10 mt.. Abbiamo fatto ciò anche perchè per la localizzazione in superficie non ci sono punti migliori rispetto ad altri, tant’è vero che le abbiamo eseguite nel viale carraio che collega la casa alla strada.
Devo dire che nel giro di pochi giorni i ragazzi di Tecnosonda Romagna, azienda locale ma operante su tutto il territorio nazionale, hanno eseguito i lavori senza problemi lasciando il sito pulito e in ordine.

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Intonaco a base calce

Con grande maestria sono stati realizzati gli intonaci a calce dalla Sammaurese Stucchi.
La scelta della rifinitura dell’intonaco nel mio caso non ha suscitato nessun dubbio, la strada che mi ero prefissato era quello di avere un intonaco traspirante, il più ecologico possibile e che avesse anche una sua capacità di salubrità.
Come già accennato in alcuni articoli precedenti la mia scelta è ricaduta su un intonaco a base calce.
Sul mercato si trovano diverse aziende che fornisco intonaci a base calce e fortunatamente, a pochi km dalla casa, c’è una piccola fornace che produce e lavora la calce in maniera tradizionale senza addittivi o aggrappanti.
Anche per questo tipo di materiale è stata un’esperienza per noi nuova.
Dopo aver steso e lasciato riposare un primo strato di intonaco grezzo è stata fatta una seconda applicazione di finitura lavorata e con molta attenzione e pazienza.
Gli intonacatori non hanno avuto problemi a far risultare a lavoro finito una bella superficie così come avevo richiesto.

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Case & Stili


Daniele Giorgi, noto conduttore del programma Sistemacasa su Leonardo.tv (canale 418 di Sky), ha dedicato un articolo alla nostra casa sulla rivista Case e Stili di giugno 2010.
Giorgi, che avava già dato spazio a questo progetto sul suo blog, ora nell’articolo, che si legge a pagina 208 di Case & Stili, descrive dettagliatamente tutti i passaggi chiave dell’intervento soffermandosi sui punti di maggior interesse.
Questo riconoscimento è per me, che ho voluto un progetto come questo, e per tutti coloro che partecipano alla realizzazione, dallo studio di bioarchitettura a tutti i fornitori e le imprese, un onore e soprattutto una conferma del buon lavoro svolto, nonchè di essere riusciti a cogliere quella che è la strada che conduce al futuro delle costruzioni.

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Il portico sull’aia

I lavori stanno procedendo senza grandi intoppi.
In questi giorni è stato montato dalla ditta C.B.G. Prefabbricati il portico in ferro.
La scelta dell’architetto è stata quella di creare un portico di campagna che proteggesse dalle intemperie le grandi aperture al piano terra, con anche la funzione di barriera dal sole cocente estivo.
Essendo una casa comunque moderna, i pilastri in ferro, verniciati a vista, sorreggono la copertura sulla quale verrà fatto un massetto per irrigidire tutta la struttura. Tutto il telaio è stato fissato alla casa tramite i giunti termici montati precedentemente in fase di getto del solaio. Questa operazione ha fatto si che il portico faccia parte dell’intero fabbricato anche se termicamente risulta scollegato.
La parte interna della copertura del portico verrà successivamente rifinita con del legno a vista, così pure, la parte più sporgente verso la grande aia, sarà dotata di tavole in legno inclinate a mo di frangisole.

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Cappotto esterno

I lavori procedono e nell’ultima settimana gli imbianchini della Project Decor hanno incominciato la posa del cappotto esterno al fabbricato.
Il materiale scelto è stato il Multipor della ditta Ytong, praticamente un un pannello termoisolante di natura minerale, monolitico a base di idrati di silicato di calcio.
La classificazione di “prodotto ecocompatibile” costituisce inoltre un importante valore aggiunto, perfettamente in linea con le tendenze attuali verso un’edilizia ecosostenibile e di questa casa.
Non nascondo il fatto che per tutti noi era la prima volta che utilizzavamo questo materiale, ma nel giro di poco si è presa confidenza.
Su suggerimento dei rivenditori della Color Decor il primo strato di cappotto a terra è stato fatto con un pannello classico ad alta densità per evitare la risalita di umidita futura, anche se il Multipor non dovrebbe creare questa problematica.
Sopra questo primo strato è stato posato il cappotto, estremamente fragile e delicato, che è stato tagliato o rifinito con attrezzi del mestiere attorno ai telai delle aperture e negl’angoli.
Mentre internamente è stata posata una retina per evitare il setolarsi dell’intonaco sull’esterno è stata posata una mano di colla aggiutiva nella fessura tutt’attorno al telaio degli infissi dopo di che il Multipor è stato ritagliato e lavorato per andare a copriere il telaio anche in facciata.
Detta lavorazione è stata fatta per evitare che l’eventuale differenza di materiale possa in futuro creare delle marcature estetiche.
Come al solito più avanti vi darò ulteriori dettagli.

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