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L’esperienza di vivere in una Casa Passiva

esterne
A distanza di tre anni posso dire che per quanto ci riguarda l’esperienza di vivere in una casa passiva è decisamente positiva.
Tutte le paure e i dubbi circa il funzionamento, il confort, l’ermeticità e la gestione sono ormai sfatati.
Quello che rispondo a tutte le persone che mi chiedono cosa vuol dire vivere in una casa passiva è che l’involucro funziona.
È sorprendente quanto dall’interno del fabbricato non si percepiscano i cambiamenti climatici, sia quelli repentini da un giorno all’altro sia quelli di passaggi stagionali. In quest’ultimi il cambiamento climatico esterno incomincia ad avere sensibili cambiamenti interni a distanza di molto tempo a volte anche di circa 20 giorni.
A casa nostra la temperatura invernale è imspotata non scende mai al di sotto dei 21,5°, giorno e notte, sia che siamo in casa sia che siamo in vacanza.
La sensazione di calore (mi riferisco ai mesi invernali) è molto alta anche se l’impatto entrando in casa in una giornata fredda non è quella di percepire un calore improvviso. Il caldo interno lo si percepisce solo standoci dentro e quello che in maniera più forte si tocca con mano il calore della massa del fabbricato vivendo gli spazi.
Mi spiego meglio per quello che intendo.
Innanzi tutto tutta la casa ha una temperatura uniforme, in qualsiasi direzione, vano e piano; non si percepiscono cambiamenti salendo le scale, entrando nel sottotetto o avvicinandosi alle ampie vetrate.
Per percepire l’elevata forza calorica della casa è sufficiente fare qualche lavoretto domestico per sentire che è caldo, oppure aprire per una o due o tre ore casa completamente per poi richiuderla ritrovando immediatamente la stessa temperatura di benessere.
Il rapporto volume abitativo e apporto energetico corporeo a casa nostra è estremamente sbilanciato, nel senso che i mq. adibiti a Casa Passiva risentono poco del nostro calore abitativo.
La ns scelta è stata quella di non escludere nessun vano dall’involucro passivo anche se così facendo tra servizi, sottotetti, garage e ovviamente a vani abitabili parliamo di circa 380 mq. di Casa Passiva. Vi dico questo perche vivendoci mi sono reso conto che se la casa fosse stata più piccola veramente sarebbe servito un nulla per avere un confort ancora più alto con zero consumi.
Capita spesso di avere amici a cena e quei sabati in cui ci si ritrova in più famiglie la temperatura interna si alza di 1-2 gradi velocemente e addirittura ancor di più se anzichè una pizza da asporto si decide di cucinare sul momento.
Di conseguenza a quanto detto si deduce che per il luogo in cui abito richiede una maggiore attenzione la gestione estiva del fabbricato che quella invernale.
Come già premesso negli articoli precedenti io e mia moglie siamo amanti del caldo perciò il raggiungere i 28° interni in estate per noi non è un gran problema. Quando parlo di temperature estive interne devo precisare però che sono prive di umidità. La centrale termica, non è in grado di generare freddo come può farlo un normale condizionatore ma riesce solo a stemperare l’aria in entrata e togliergli l’umidità esterna che è quella che rende maggiormente fastidioso il caldo.
Prestando particolare attenzione alle ombreggiature e ad aprire le finestre durante le ore notturne le calure estive degli ultimi anni non hanno destato nessun problema anche se in rare occasioni al limite. In questo caso a differenza dell’inverno l’ampia superficie della casa aiuta sicuramente a combattere l’afa estiva.

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INTERNATIONAL PASSIVE HOUSE DAYS 2013

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Il Comune di Cesena partecipa all’evento internazionale dei Passive House Days
La rivoluzione energetica è già una realtà in alcuni edifici passivi costruiti nei dintorni di Cesena, che garantiscono circa il 90 percento di risparmio energetico per il riscaldamento ed il raffrescamento rispetto alle costruzioni convenzionali, offrendo allo stesso tempo un alto livello di comfort abitativo interno, sia in termini di temperatura sia in termini di qualità dell’aria. L’8 e il 9 di novembre progettisti, architetti, committenti e artigiani saranno in grado di vedere e toccare con mano questi esempi attraverso la partecipazione del Comune di Cesena ai Passive House Days. Le porte delle case a basso consumo energetico del territorio cesenate e di tutta la regione Emilia Romagna saranno aperte al pubblico.

Decine di migliaia di persone in tutto il mondo hanno avuto l’opportunità di visitare edifici passivi, sin dalla prima edizione dei Passive House Days, dieci anni fa. Il Comune di Cesena partecipa all’evento per il secondo anno, nell’ambito del progetto europeo PassREg (www.passreg.eu) di cui il l’Amministrazione è partner. Nell’edizione 2012 il Comune aveva lanciato il censimento volontario degli edifici passivi presenti nel territorio cesenate. Quest’anno, in occasione del decennale, sarà organizzato un forum regionale, la mattina dell’8 novembre, che permetterà di conoscere le azioni concrete che l’Amministrazione sta perseguendo per raggiungere gli obiettivi energetici imposti dalla direttiva europea 20 20 20 e soprattutto gli esempi di edifici Passive House presenti in Emilia Romagna.

Lo standard Passive House è uno degli esempi di edifici a basso consumo energetico e rappresenta una possibile soluzione per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione dei consumi energetici fissati dall’Unione Europea. Il costo iniziale aggiuntivo impiegato nella fase di costruzione per questo tipo di edifici è compensato in pochi anni dal risparmio economico dei costi di riscaldamento e raffrescamento. Oltre al basso costo di mantenimento, il comfort abitativo risulta migliore grazie ad una temperatura interna ed una qualità dell’aria ottimali.

Durante il Forum regionale aperto a tutti dell’8 novembre, saranno presentati 2 esempi di edifici passivi certificati dal Passive House Institute presenti in Emilia Romagna: Casa Sani Bartius a Parma progettata dall’arch. Raffaele Ghillani e una ristrutturazione di una stalla-fienile a Sassuolo ad opera dell’Arch. Roncaglia. Verranno inoltre presentati edifici passivi realizzati nel territorio cesenate: Casa Berardi a San Mauro Pascoli dell’arch. Berardi, Casa Borghetti e Casa Fabbri rispettivamente a Montiano e a Cannucceto progettate dall’arch. Borghetti e Casa Torri a Monte Iottone curata dall’ing. Giovannini. Il Comune di Cesena organizzerà inoltre una visita guidata gratuita a Casa Berardi e Casa Borghetti nella giornata di sabato 9 novembre. Per partecipare occorre iscriversi entro il 4 novembre al sito: http://www.energieperlacittà.it .

L’evento dei Passive House Days è coordinato da iPHA, l’Associazione internazionale Passive House ed organizzato per l’Emilia Romagna dal Comune di Cesena. Un elenco dei progetti che partecipano all’evento è disponibile nel Passive House Database http://www.passivehousedatabase.org, ed ulteriori progetti aderenti all’iniziativa possono essere trovati sul sito http://www.passivehouse-international.org.

VENERDI’ 8 NOVEMBRE 2013 – FORUM REGIONALE
Sala del Consiglio, Comune di Cesena, Piazza del Popolo 10
ore 9.00 – Registrazione dei partecipanti
ore 9.15 – Saluti del Sindaco del Comune di Cesena
ore 9.30 – Saluti Ing. Broccoli Davide, Presidente Energie per la Città s.p.a. e Dott.ssa Lia Montalti, Assessore alla sostenibilità ambientale, politiche energetiche e progetti europei
ore 9.45 – Il Progetto europeo PassREg: il modello del Comune di Cesena per la diffusione degli edifici a consumo energetico quasi zero, Ing. Ilaria Prati Energie per la Città s.p.a.
ore 10.00 – Amministrare (con) l’energia, Ing. Alessandro Rossi, ANCI Emilia Romagna, settore Energia, innovazione, sviluppo sostenibile
ore 10.15 – Le strategie energetiche del nuovo Piano Strutturale Comunale di Cesena, Ing. Alessandro Delpiano, Dirigente Settore Programmazione Urbanistica, Comune di Cesena
ore 10.30 – La Scuola Materna di Martorano: soluzioni tecniche e costruttive di un edificio scolastico a basso consumo energetico, Arch. Bernabini Gualtiero, Dirigente Settore Edilizia Pubblica, Comune di Cesena
ore 10.45 – Coffe Break
ore 11.00 – Politiche locali di successo per promuovere Case Passive: casi concreti da PassREg, Ing. Marco Pietrobon, Politecnico di Milano, Gruppo eERG
ore 11.15 – Esempi di edifici passivi e zero energy fuori regione, Ing. Marco Pietrobon, Politecnico di Milano, Gruppo eERG
ore 11.30 – Casa Sani Bartius – Parma, Arch. Raffaele Ghillani, RGA studio
ore 11.45 – Casa da ristrutturazione stalla-fienile – Sassuolo, Arch. Anusca Roncaglia, Studio Roncaglia-Sola
ore 12.00 – Casa Berardi – San Mauro Pascoli, Arch. Marco Berardi, studio Planners
ore 12.15 – Casa Borghetti – Montiano, Arch. Gabriele Borghetti, studio Archefice
ore 12.30 – Casa Fabbri – Cannucceto, Arch. Gabriele Borghetti, studio Archefice
ore 12.45 – Casa Torri – Monte Iottone, Ing. Filippo Giovannini, studio A++
ore 13.00 – Discussione

SABATO 9 NOVEMBRE 2013 – VISITA GUIDATA
Partenza ore 9.00 al parcheggio dell’Ippodromo, vicino al chiosco di piadina. Rientro previsto ore 13.00.
ore 9.00 – 13.00 – Visita guidata presso edifici privati a basso consumo energetico: Casa Borghetti (Montiano – FC) – Arch. Gabriele Borghetti, Simona Faedi e Casa Berardi (San Mauro Pascoli – FC) – Arch. Marco Berardi, Alberto Berardi

Per la visita guidata è necessario prenotarsi su http://www.energieperlacitta.it entro il 4 novembre 2013, i posti sono limitati, max 16.

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Ci vediamo a Rovigo il 4 novembre 2011


Il 4 e 5 novembre si svolgerà il 5° convegno delle case passive a Rovigo.
Durante il convegno oltre a parlare di argomenti tecnici, nuove soluzioni costruttive e tecnologie, verranno presentate alcune realizzazioni che nel complesso si sono distinte. Esattamente il 4 novembre nel pomeriggo verrà presentata casa mia e avrò il pacere e l’onore di condividere coi partecipanti quella che è stata la mia esperienza.
Perciò non mancate, venite numerosi!

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Qualità dell’aria interna

Normalmente l’aria che noi respiriamo giornalmente contiene approssimativamente una concentrazione di CO2 pari a 360 ppm (ovvero 360 parti di gas CO2 per milione di parti di aria). Se però noi soggiorniamo in un ambiente chiuso, per esempio se siamo a casa o in ufficio, il contenuto di CO2 può variare notevolmente. Da adulti, respirando, si effettuano più di 20,000 atti respiratori al giorno (pari a circa 14 al minuto) e quando siamo in un ambiente confinato le concentrazioni più alte di CO2 possono essere riscontrate in quelle stanze dove normalmente si trascorrono la maggior parte di ore (basti pensare che noi trascorriamo circa l’80/90% del ns tempo in ambienti chiusi) specialmente se insieme ad altre persone. Inoltre la presenza in questi ambienti di apparecchi a combustione, come un fornello o una stufa, o apparecchi che riscaldano l’aria come termosifoni, oppure lo stesso fumare una sigaretta fa aumentare la concentrazione di anidride carbonica all’interno dell’ambiente. Pertanto in tali condizioni, in luoghi chiusi, il livello di CO2 continua ad aumentare fintanto che non viene immessa aria fresca e pulita, ad esempio aprendo una finestra o adottando un sistema di ventilazione meccanica controllata.
È’ stato osservato che possono ritenersi adeguate le concentrazioni di CO2 che vengono mantenute tra i 350-800 ppm, infatti le persone con questi livelli solitamente non avvertono nemmeno il disagio di ritrovarsi a respirare aria “Viziata”. Non appena le concentrazioni di CO2 superano questi livelli si noteranno immediatamente effetti sgradevoli o malori più o meno accentuati a seconda del livello della sensibilità personale. Quando però la temperatura all’interno della stanza sale ed il livello di CO2 aumenta sopra i 1500 ppm subito si inizia ad avvertire il disagio di trovarsi in un ambiente insalubre. Al verificarsi di queste condizioni sarà cosa opportuna far sì che aria fresca venga immessa al più presto nell’ambiente.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità a da poco coniato una nuova malattia avente il nome “sindrome dell’edificio malato” (SSD) raggruppando tutti quei disturbi che un cattivo fabbricato o l’utilizzo errati degli spazi interni può causare.L’anidride carbonica agisce sulle nostre funzioni fisiche e vitali in molti modi, può modificare la respirazione, modificare la regolare circolazione del sangue ed alterare l’acidità dei fluidi del corpo. Le prime percezioni di una esposizione a concentrazioni elevate di CO2 portano comunemente ad avvertire fastidi ben noti come una difficoltà nel respirare, mal di testa, spossatezza fisica ed una netta sensazione di “mancanza di aria”.
L’immediata introduzione all’interno dell’ambiente di aria fresca è importante perché assicura un rapido ritorno alle condizioni fisiche precedenti eliminando questi fastidi. Di solito in una casa i livelli di CO2 possono variare tanto ed essere solitamente compresi tra i 500 ed i 2000 ppm. Molti studi hanno indicano che le concentrazioni di CO2, a questi livelli, non hanno un impatto sulla salute umana, ma iniziano ad agire seriamente sulle funzioni vitali intorno a livelli di concentrazione superiori. I sintomi che si manifestano possono includere nausea o vomito, vertigini, depressione mentale, tremori, disturbi della vista, la perdita di coscienza può accadere ma solitamente si verifica in presenza di livelli di concentrazione maggiori. La serietà dei sintomi manifesti è direttamente relazionata dalla concentrazione di anidride carbonica presente nell’ambiente ed alla durata di esposizione a cui un individuo è soggetto. Gli agenti inquinanti che si possono trovare all’interno di un edificio sono molteplici, dai materiali da costruzione, agli impianti di riscaldamento, condizionamento, alla cottura dei cibi, agli arredi, ai rivestimenti (pitture murali, vernici, pavimenti etc.), fino ai prodotti per la manutenzione e la pulizia (detersivi, insetticidi etc.).
Ritengo che quello che ognuno di noi può fare è scegliere sempre più prodotti e stili di vita poco inquinanti, e il sensibilizzare o aiutare ad avere maggiore consapevolezza e conoscenza.
Sulla base di questo come già descritto in altri articoli, ho prestato attenzione al materiale usato come intonaco, alla qualità delle pitture, all’uso di un cappotto ecologico, agli infissi in legno, all’efficienza energetica e all’eliminazione di emissione di co2.
Ho approfittato di questi giorni di festa per fare alcuni test di verifica.
Il primo fra tutti è stato quello della qualità dell’aria interna.
Assieme all’ing. Sancisi e ad un misuratore di ppm, abbiamo fatto misurazioni che condivido con voi.
Innanzi tutto abbiamo misurato la qualità dell’aria esterna e ho scelto di farlo il giorno dopo una grande nevicata, giornata in cui tutto è silenzioso e ovattato con l’aria fresca e pungente. Come si vede dalla fotografia abbiamo appoggiato il rivelatore a terra per alcuni minuti e poi abbiamo fatto la lettura. Identica cosa abbiamo fatto nelle stanze interne all’abitazione e il risultato è stato pressoché simile.
Non contenti comunque del test abbiamo approfittato della vicinanza dell’ora di pranzo per ripetere il test vicino ai fornelli. Le condizioni erano quelle usuali fuochi accesi per preparare il pasto a 4 persone, cappa d’aspirazione (industriale) sopra i fornelli accesa alla massima velocità e ventilazione dolce accesa al 70% della potenza. Se si calcola che sia la cappa dei fornelli che la ventilazione, con ben tre bocchette di ripresa in cucina, erano funzionanti il risultato è alquanto sorprendente!
Per fare la prova del nove abbiamo ripetuto il test nell’ufficio dell’ing. Sancisi a fine giornata di lavoro e lascio a voi ogni commento!

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riscaldamento raffrescamento – ultima parte

“Per quanto riguarda la centrale termica di Casa Berardi la scelta del tipo di generatore è stata fatta considerando tutta una serie di fattori al contorno tra i quali il principale obbiettivo della committenza di avere una casa autosufficiente dal punti di vista energetico. Aver progettato un involucro Passivo significa, aver minimizzato al massimo i consumi per riscaldamento ed indirettamente i consumi di raffrescamento (attenzione agli ombreggiamenti estivi dei vetri!!!), ma non significa minimizzare i consumi di acqua calda che dipende dal tenore di vita del committente (doccia o vasca o idromassaggio o wellness), dal numero di persone che abita la casa e dalla possibilità di sfruttare le fonti rinnovabili come il solare termico. E facile quindi intuire che per ottenere l’autosufficienza energetica occorre progettare anche in una casa passiva un impianto che sfrutti il fatto di aver ottimizzato i consumi energetici e quindi avere le potenze specifiche basse (il più possibile), ma che al tempo stesso utilizzi in modo intelligente le fonti rinnovabili disponibili sul sito. Un progettista non sensibile all’ottimizzazione del sistema proporrebbe semplicemente un grande impianto di Pompa di Calore abbinato ad un grande impianto Fotovoltaico. Tale scelta facile da progettare costa però molto al committente che vede il costo di realizzazione dell’impianto praticamente identico al caso di una casa normale non passiva.
Tale approccio facile per un impiantista che pensa nessuno si è mai lamentato della sovradimensionamento degli impianti che al più si fermano se gli ambienti sono soddisfatti.
Purtroppo sovradimensionare gli impianti per una casa passiva oltre che deleterio per il portafoglio del committente va anche a discapito dei rendimenti medi stagionali dello stesso. La cosa è semplice da spiegare con un esempio motoristico se mettete un motore sovradimensionato su una Panda otterrete comunque consumi più elevati rispetto alla soluzione equilibrata che vi permette una guida agevole ma al tempo stesso parca nei consumi.
Nel caso di Casa Berardi quindi si è tenuto conto dei vari carichi termici: riscaldamento, raffrescamento, e produzione Acqua calda sanitaria (ACS). Si sono mitigati i valori di punta utilizzando volani termici per ACS da 700 litri, e un volano termico sul riscaldamento di 200 litri.
Si è applicato un solare termico coprendo oltre il 70 % di produzione ACS del fabbisogno odierno, pensando che questo possa solo aumentare (i figli crescono ed aumentano i consumi).
Poi si è optano per un sistema di produzione del calore e produzione del freddo mediante una Pompa di calore acqua-acqua a sonda geotermica. La scelta è andata verso un impianto con potenza pari a 8 kW (Temperatura ingresso sonde 0°C, Temperatura mandata impianti 35°C) con funzione “active cooling” estivo mediante inversione di ciclo idrica (con un set di scambiatori esterni si inverte il ciclo). La pompa di calore ha comunque a bordo una resistenza elettrica di soccorso di 3 kW in caso di emergenza (problemi sul compressore o sul lato sonde). Ovviamente a copertura del consumo elettrico rimanente è stato installato un impianto Fotovoltaico che oltre a coprire il consumo per riscaldamento raffrescamento ed integrazione alla produzione di ACS, produce energia elettrica per gli altri usi: elettrodomestici ed illuminazione.
In questo modo possiamo affermare di aver realizzato una casa che produce più di quanto consuma come richiesto dall’ultima direttiva Comunitaria che prevede tale obbligo sulle nuove costruzioni a partire dal 2020.
Gionata Sancisi”

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riscaldamento – raffrescamento – parte 2°

Segue articolo precedente:

“Come promesso eccomi qua a spiegare più in dettaglio le scelte impiantistiche adottate per Casa Berardi. Partiamo dalle richieste del committente: ottenere il massimo confort interno sia in estate che in inverno sfruttando tutte le potenzialità del solo impianto di VMC. Alberto, affermava durante le prime riunioni, “che gli sarebbe piaciuto realizzare un impianto di VMC che possa essere dimensionato per garantire il ricambio d’aria ed il giusto apporto di calore sia d’estate che d’inverno”. Purtroppo tale obiettivo, tipico di chi vuole fare una casa passiva, crea non pochi problemi al progettista impiantistico in quanto ottenere dal medesimo impianto caldo, freddo ed il giusto ricambio d’aria, è una sfida impegnativa. Tenete conto che le case passive sono nate e sviluppate in Germania dove la stagione estiva non raggiunge, se non per brevi periodi, il caldo e l’umidità raggiunti dal nostro clima. Per comprendere l’arditezza dell’obbiettivo da ottenere basta fare una semplice considerazione, d’estate su un metro quadro di finestra, possono piovere fino a 1000 Watt di potenza termica di caldo. Se pensate che un impianto di VMC per l’intera abitazione è in grado di dare al massimo circa 3500 W di raffrescamento, capite bene che per riuscire con la sola VMC a raffrescare d’estate occorre prevedere sistemi efficaci di ombreggiatura. Prima di progettare un impianto di VMC che sia il solo impianto di raffrescamento occorre progettare adeguati sistemi di ombreggiatura passiva esterni. Se non sono presenti tali sistemi sicuramente non raggiungerete un livello ottimale di confort estivo!! Per entrare nel dettaglio della progettazione dell’impianto occorre impostare il livello di ricambio ora di progetto, di solito non conviene superare il valore di un ricambio ora. Tale valore di un ricambio ora permette un moto interno dell’aria con velocità al limite del confort. Il passo successivo è quello di determinare le portate di ricambio massime per ogni vano/ambiente. Ottenuti questi valori di progetto si vanno a posizionare un numero di bocchette tali ad ottenere tale ricambio. Attenzione a posizionare le bocchette di estrazione nei bagni, in cucina, ecc e le bocchette di immissione nelle stanze da letto ed in salotto. Per ottimizzare questa fase di solito eseguo dei disegni nei quali indico il flusso d’aria collegando la bocchetta di immissione con quella di estrazione più vicina. Con questo metodo comprendo il percorso dei flussi di aria e gli eventuali attraversamenti delle porte, dove occorrerà prevedere una bocchetta di attraversamento o prevedere la fessura sotto porta vedi disegno. La prossima volta parleremo della Centrale Termica e dei sistemi di autoproduzione energetica.
Gionata Sancisi”

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Come abbiamo realizzato l’impianto di riscaldamento e raffrescamento – 1° parte

Ho già accenato, molto supreficialemte, al tipo di impianto che ho montato in casa ed ora che tutto è funzionante ho chiesto al suo progettista, l’ing. Gionata Sancisi, di accompagnarci nella presentazione dettagliata dell’impianto tecnologico della centrale termica:

“E’ arcinoto a tutti che la caratteristica principale della Casa Passiva è quella di avere bassissime dispersioni energetiche per trasmissione grazie alla elevata coibentazione dell’involucro edilizio. E’ altresì noto che per ottenere una Casa Passiva in climi rigidi (Oltre i 1500 Gradi Giorno) occorre installare un sistema in grado di non disperdere il calore disperso per la necessaria e vitale ventilazione degli ambienti. Tutti sanno che la qualità dell’aria interna alla abitazione è strettamente correlato al livello di ricambio con aria pulita proveniente dall’esterno. Purtroppo l’aria esterna oltre ad essere migliore dal punto di vista degli inquinanti prodotti dall’uso della casa (CO2, Umidità, odori, ecc.) ha una temperatura che in alcune stagioni dell’anno è molto diversa dalle condizioni ottimali di confort. D’altra parte l’aria interna seppur “inquinata” dai metaboliti dell’attività umana ha una temperatura (quindi un contenuto energetico) ottimali per il confort interno. Tipicamente si afferma che un ricambio pari a 0,5 h-1 (ovvero tutta l’aria deve essere ricambiata ogni due ore) garantisce una ottimale qualità dell’aria. Tale ricambio però se lo effettuiamo in modo “semplice” aprendo le finestre comporta una elevata dispersione energetica. Da semplici calcoli si può affermare che la dispersione energetica espressa in kWh/m2a si ottiene dividendo per 100 i gradi giorno della località di edificazione della casa. Per la pianura padana il valore dei gradi giorno tipico è 2500 gg, significa che attraverso una ventilazione semplice con ricambio pari a 0,5 h-1 si ha una dispersione energetica che può arrivare a 25 kWh/m2a. Ma una casa Passiva deve avere un indice energetico inferiore a 15 kWh/m2a. Ecco spiegato il perché per ottenere una casa passiva nel clima tipico della pianura padana occorra recuperare tale calore, altrimenti disperso, attraverso un impianto di ventilazione con recupero energetico, noto a tutti come Ventilazione Meccanica Controllata. La definizione VMC fa spesso storcere il naso agli Architetti, perché da l’idea di un sistema “forzato” non “naturale” quasi come se fosse un polmone d’acciaio. Purtroppo il regime forzato e controllato è necessario per l’ottimale recupero energetico che altrimenti sarebbe disperso in ambiente esterno. Alcune aziende produttrici di sistemi di VMC hanno coniato la definizione di Ventilazione Confortevole per definire i loro impianti. Tale definizione è più corretta in quanto la funzione principale di tale impianto è quella di ottenere e garantire nel tempo ottimali condizioni di confort interno in termini salubrità dell’aria (bassi tenori di CO2 e di umidità) e di temperatura interna.
Compresa questa importante premessa, ovvero che la VMC è fondamentale per ottenere un elevato confort interno ed un elevato risparmio energetico, e che per una casa passiva può essere l’unico impianto installato, vedremo nei prossimi articoli come è stato pensato e dimensionato l’impianto di climatizzazione della Casa Berardi. Parleremo di Pompe di calore geotermiche, di raffrescamento attivo con la VMC, di sistemi di regolazione climatica. Vi aspetto.
Gionata Sancisi.”

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Blower Door Test

Un esame importante è quello del primo Blower Door Test.
In questa fase si verifica la qualità dell’involucro alla tenuta all’aria. Generalmente viene fatto quando il fabbricato è stato chiuso completamente, con infissi e portoncino, ma prima di tutte le rifiniture finali. A questo punto infatti è ancora possibile intervenire, nel caso il test riveli punti critici, senza creare danno al fabbricato finito.
Una volta terminati i lavori, e a casa abitata, si eseguirà un secondo test necessario per riverificare definitivamente i parametri e per l’ottenimento della certificazione secondo i parametri delle Passiv haus.
Ho deciso di raccontarvi di questa esperienza attraverso un semplice filmato realizzato durante il test.

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Sonde geotermiche

Tra le varie possibilità di impianti per l’apporto energetico abbiamo optato per la soluzione geotermica.
Questa soluzione è molto in linea con la filosofia del fabbricato e, fatta eccezione del costo iniziale, non presenta consumi particolari o emissioni.
Questo tipo di impianto non necessita di alcuna combustione di prodotti petroliferi, pertanto elimina l’emissioni di CO2 e di gas ad effetto serra nell’atmosfera.
Il sistema funziona attraverso dei fori/pozzi nel terreno nei quali vengono inseriti tubi a circuito chiuso. L’acqua immessa nel tubo risale ad una temperatura di circa 14 gradi e attraverso uno scambiatore viene trasferita all’impianto della casa; nel nostro caso specifico, in ogni pozzo sono stati inseriti quattro tubi (2 di mandata e 2 di ritorno), per ottenere una resa maggiore e ogni pozzo è profondo 100 mt..
L’impianto geotermico ha una resa maggiore se è presente nel sottosuolo una falda d’acqua e ,fortunatamente, a circa 70/75 mt. abbiamo trovato in entrambi i pozzi la presenza di ghiaia, elemento caratterizzante delle falde acquifere.
Per quanto riguarda le perforazioni, devo essere fatte ad una distanza minima di 7 mt. tra loro, ma, avendo a disposizione molto terreno, abbiamo posizionato i fori ad una distanza maggiore, all’incirca di 10 mt.. Abbiamo fatto ciò anche perchè per la localizzazione in superficie non ci sono punti migliori rispetto ad altri, tant’è vero che le abbiamo eseguite nel viale carraio che collega la casa alla strada.
Devo dire che nel giro di pochi giorni i ragazzi di Tecnosonda Romagna, azienda locale ma operante su tutto il territorio nazionale, hanno eseguito i lavori senza problemi lasciando il sito pulito e in ordine.

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Intonaco a base calce

Con grande maestria sono stati realizzati gli intonaci a calce dalla Sammaurese Stucchi.
La scelta della rifinitura dell’intonaco nel mio caso non ha suscitato nessun dubbio, la strada che mi ero prefissato era quello di avere un intonaco traspirante, il più ecologico possibile e che avesse anche una sua capacità di salubrità.
Come già accennato in alcuni articoli precedenti la mia scelta è ricaduta su un intonaco a base calce.
Sul mercato si trovano diverse aziende che fornisco intonaci a base calce e fortunatamente, a pochi km dalla casa, c’è una piccola fornace che produce e lavora la calce in maniera tradizionale senza addittivi o aggrappanti.
Anche per questo tipo di materiale è stata un’esperienza per noi nuova.
Dopo aver steso e lasciato riposare un primo strato di intonaco grezzo è stata fatta una seconda applicazione di finitura lavorata e con molta attenzione e pazienza.
Gli intonacatori non hanno avuto problemi a far risultare a lavoro finito una bella superficie così come avevo richiesto.

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