Posts tagged risparmio energetico

L’esperienza di vivere in una Casa Passiva

esterne
A distanza di tre anni posso dire che per quanto ci riguarda l’esperienza di vivere in una casa passiva è decisamente positiva.
Tutte le paure e i dubbi circa il funzionamento, il confort, l’ermeticità e la gestione sono ormai sfatati.
Quello che rispondo a tutte le persone che mi chiedono cosa vuol dire vivere in una casa passiva è che l’involucro funziona.
È sorprendente quanto dall’interno del fabbricato non si percepiscano i cambiamenti climatici, sia quelli repentini da un giorno all’altro sia quelli di passaggi stagionali. In quest’ultimi il cambiamento climatico esterno incomincia ad avere sensibili cambiamenti interni a distanza di molto tempo a volte anche di circa 20 giorni.
A casa nostra la temperatura invernale è imspotata non scende mai al di sotto dei 21,5°, giorno e notte, sia che siamo in casa sia che siamo in vacanza.
La sensazione di calore (mi riferisco ai mesi invernali) è molto alta anche se l’impatto entrando in casa in una giornata fredda non è quella di percepire un calore improvviso. Il caldo interno lo si percepisce solo standoci dentro e quello che in maniera più forte si tocca con mano il calore della massa del fabbricato vivendo gli spazi.
Mi spiego meglio per quello che intendo.
Innanzi tutto tutta la casa ha una temperatura uniforme, in qualsiasi direzione, vano e piano; non si percepiscono cambiamenti salendo le scale, entrando nel sottotetto o avvicinandosi alle ampie vetrate.
Per percepire l’elevata forza calorica della casa è sufficiente fare qualche lavoretto domestico per sentire che è caldo, oppure aprire per una o due o tre ore casa completamente per poi richiuderla ritrovando immediatamente la stessa temperatura di benessere.
Il rapporto volume abitativo e apporto energetico corporeo a casa nostra è estremamente sbilanciato, nel senso che i mq. adibiti a Casa Passiva risentono poco del nostro calore abitativo.
La ns scelta è stata quella di non escludere nessun vano dall’involucro passivo anche se così facendo tra servizi, sottotetti, garage e ovviamente a vani abitabili parliamo di circa 380 mq. di Casa Passiva. Vi dico questo perche vivendoci mi sono reso conto che se la casa fosse stata più piccola veramente sarebbe servito un nulla per avere un confort ancora più alto con zero consumi.
Capita spesso di avere amici a cena e quei sabati in cui ci si ritrova in più famiglie la temperatura interna si alza di 1-2 gradi velocemente e addirittura ancor di più se anzichè una pizza da asporto si decide di cucinare sul momento.
Di conseguenza a quanto detto si deduce che per il luogo in cui abito richiede una maggiore attenzione la gestione estiva del fabbricato che quella invernale.
Come già premesso negli articoli precedenti io e mia moglie siamo amanti del caldo perciò il raggiungere i 28° interni in estate per noi non è un gran problema. Quando parlo di temperature estive interne devo precisare però che sono prive di umidità. La centrale termica, non è in grado di generare freddo come può farlo un normale condizionatore ma riesce solo a stemperare l’aria in entrata e togliergli l’umidità esterna che è quella che rende maggiormente fastidioso il caldo.
Prestando particolare attenzione alle ombreggiature e ad aprire le finestre durante le ore notturne le calure estive degli ultimi anni non hanno destato nessun problema anche se in rare occasioni al limite. In questo caso a differenza dell’inverno l’ampia superficie della casa aiuta sicuramente a combattere l’afa estiva.

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INTERNATIONAL PASSIVE HOUSE DAYS 2013

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Il Comune di Cesena partecipa all’evento internazionale dei Passive House Days
La rivoluzione energetica è già una realtà in alcuni edifici passivi costruiti nei dintorni di Cesena, che garantiscono circa il 90 percento di risparmio energetico per il riscaldamento ed il raffrescamento rispetto alle costruzioni convenzionali, offrendo allo stesso tempo un alto livello di comfort abitativo interno, sia in termini di temperatura sia in termini di qualità dell’aria. L’8 e il 9 di novembre progettisti, architetti, committenti e artigiani saranno in grado di vedere e toccare con mano questi esempi attraverso la partecipazione del Comune di Cesena ai Passive House Days. Le porte delle case a basso consumo energetico del territorio cesenate e di tutta la regione Emilia Romagna saranno aperte al pubblico.

Decine di migliaia di persone in tutto il mondo hanno avuto l’opportunità di visitare edifici passivi, sin dalla prima edizione dei Passive House Days, dieci anni fa. Il Comune di Cesena partecipa all’evento per il secondo anno, nell’ambito del progetto europeo PassREg (www.passreg.eu) di cui il l’Amministrazione è partner. Nell’edizione 2012 il Comune aveva lanciato il censimento volontario degli edifici passivi presenti nel territorio cesenate. Quest’anno, in occasione del decennale, sarà organizzato un forum regionale, la mattina dell’8 novembre, che permetterà di conoscere le azioni concrete che l’Amministrazione sta perseguendo per raggiungere gli obiettivi energetici imposti dalla direttiva europea 20 20 20 e soprattutto gli esempi di edifici Passive House presenti in Emilia Romagna.

Lo standard Passive House è uno degli esempi di edifici a basso consumo energetico e rappresenta una possibile soluzione per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione dei consumi energetici fissati dall’Unione Europea. Il costo iniziale aggiuntivo impiegato nella fase di costruzione per questo tipo di edifici è compensato in pochi anni dal risparmio economico dei costi di riscaldamento e raffrescamento. Oltre al basso costo di mantenimento, il comfort abitativo risulta migliore grazie ad una temperatura interna ed una qualità dell’aria ottimali.

Durante il Forum regionale aperto a tutti dell’8 novembre, saranno presentati 2 esempi di edifici passivi certificati dal Passive House Institute presenti in Emilia Romagna: Casa Sani Bartius a Parma progettata dall’arch. Raffaele Ghillani e una ristrutturazione di una stalla-fienile a Sassuolo ad opera dell’Arch. Roncaglia. Verranno inoltre presentati edifici passivi realizzati nel territorio cesenate: Casa Berardi a San Mauro Pascoli dell’arch. Berardi, Casa Borghetti e Casa Fabbri rispettivamente a Montiano e a Cannucceto progettate dall’arch. Borghetti e Casa Torri a Monte Iottone curata dall’ing. Giovannini. Il Comune di Cesena organizzerà inoltre una visita guidata gratuita a Casa Berardi e Casa Borghetti nella giornata di sabato 9 novembre. Per partecipare occorre iscriversi entro il 4 novembre al sito: http://www.energieperlacittà.it .

L’evento dei Passive House Days è coordinato da iPHA, l’Associazione internazionale Passive House ed organizzato per l’Emilia Romagna dal Comune di Cesena. Un elenco dei progetti che partecipano all’evento è disponibile nel Passive House Database http://www.passivehousedatabase.org, ed ulteriori progetti aderenti all’iniziativa possono essere trovati sul sito http://www.passivehouse-international.org.

VENERDI’ 8 NOVEMBRE 2013 – FORUM REGIONALE
Sala del Consiglio, Comune di Cesena, Piazza del Popolo 10
ore 9.00 – Registrazione dei partecipanti
ore 9.15 – Saluti del Sindaco del Comune di Cesena
ore 9.30 – Saluti Ing. Broccoli Davide, Presidente Energie per la Città s.p.a. e Dott.ssa Lia Montalti, Assessore alla sostenibilità ambientale, politiche energetiche e progetti europei
ore 9.45 – Il Progetto europeo PassREg: il modello del Comune di Cesena per la diffusione degli edifici a consumo energetico quasi zero, Ing. Ilaria Prati Energie per la Città s.p.a.
ore 10.00 – Amministrare (con) l’energia, Ing. Alessandro Rossi, ANCI Emilia Romagna, settore Energia, innovazione, sviluppo sostenibile
ore 10.15 – Le strategie energetiche del nuovo Piano Strutturale Comunale di Cesena, Ing. Alessandro Delpiano, Dirigente Settore Programmazione Urbanistica, Comune di Cesena
ore 10.30 – La Scuola Materna di Martorano: soluzioni tecniche e costruttive di un edificio scolastico a basso consumo energetico, Arch. Bernabini Gualtiero, Dirigente Settore Edilizia Pubblica, Comune di Cesena
ore 10.45 – Coffe Break
ore 11.00 – Politiche locali di successo per promuovere Case Passive: casi concreti da PassREg, Ing. Marco Pietrobon, Politecnico di Milano, Gruppo eERG
ore 11.15 – Esempi di edifici passivi e zero energy fuori regione, Ing. Marco Pietrobon, Politecnico di Milano, Gruppo eERG
ore 11.30 – Casa Sani Bartius – Parma, Arch. Raffaele Ghillani, RGA studio
ore 11.45 – Casa da ristrutturazione stalla-fienile – Sassuolo, Arch. Anusca Roncaglia, Studio Roncaglia-Sola
ore 12.00 – Casa Berardi – San Mauro Pascoli, Arch. Marco Berardi, studio Planners
ore 12.15 – Casa Borghetti – Montiano, Arch. Gabriele Borghetti, studio Archefice
ore 12.30 – Casa Fabbri – Cannucceto, Arch. Gabriele Borghetti, studio Archefice
ore 12.45 – Casa Torri – Monte Iottone, Ing. Filippo Giovannini, studio A++
ore 13.00 – Discussione

SABATO 9 NOVEMBRE 2013 – VISITA GUIDATA
Partenza ore 9.00 al parcheggio dell’Ippodromo, vicino al chiosco di piadina. Rientro previsto ore 13.00.
ore 9.00 – 13.00 – Visita guidata presso edifici privati a basso consumo energetico: Casa Borghetti (Montiano – FC) – Arch. Gabriele Borghetti, Simona Faedi e Casa Berardi (San Mauro Pascoli – FC) – Arch. Marco Berardi, Alberto Berardi

Per la visita guidata è necessario prenotarsi su http://www.energieperlacitta.it entro il 4 novembre 2013, i posti sono limitati, max 16.

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vivere l’esterno di una casa passiva

Ormai terminata la casa è ora di pensare all’organizzazione dell’esterno.
Abbiamo già posizionato alcuni ulivi in alcune posizioni che ritenevamo giuste ma fin da subito ci siamo resi conto che la loro collocazione era sbagliata e potevo essere messi in un’altra posizione più idonea.
Così, vista l’ampia l’area da gestire, abbiamo convenuto di doverci affidare a chi secondo noi avesse la competenza giusta per progettare quello che vogliamo sia in un futuro l’esterno della ns casa.
Le idee per noi sono chiare ma non avendo competenza e conoscenza di piante e gestione degli spazi esterni abbiamo trasferito gli imput allo studio PAMPA il quale ha messo su carta i ns desideri organizzandoli in maniera armoniosa, funzionale e di affinità vegetativa.
La proprietà si trova in campagna e il ns desiderio è quello di mantenere la ruralità degli spazi esterni, poche piante ornamentali attorno a casa, nei giusti spazi per creare ombra in estate e colore nelle altre stagioni. Creare spazi a frutteti con differenti varietà per soddisfare le esigenze famigliari e non solo, apprezzando varietà di frutti dimenticati e comunque scegliendo varietà più idonea ad una cultura naturale o biologica. Un ampio spazio per l’orto, e la creazione di uno strato boschivo a schermatura lungo la strada, per creare privacy ma soprattutto per schermare l’inquinamento della strada. Lasciare libera la visuale a sud con vista San Marino, Carpegna e prime colline. Altri requisiti essenziali sono che in ogni stagione ci sia qualcosa di fiorito e qualcosa che produca frutti. Ovviamente il tutto organizzato in maniera tale che si crei armonia tra le essenze e varietà di piante e il tutto facilmente gestibile e di minor costo futuro. Anche se oggi non siamo in grado di completare gli spazi esterni, il progetto ci serve per poter ogni qualvolta siamo in grado di piantare qualcosa di metterlo già in un posto giusto, in maniera che quando il tutto sarà finito avrà un senso.
Ma per meglio mostrarvi il progetto ho chiesto ai progettisti una piccola presentazione:

“L’idea progettuale della sistemazione paesaggistica sviluppata dai progettisti Filippo Piva, Natascia Tassinari e Ivano Zecchini dello studio PAMPA Progetto Ambiente Paesaggio nasce dalla necessità di una rilettura del contesto agricolo, della valorizzazione delle visuali panoramiche, della mitigazione degli impatti, del miglioramento microclimatico e dell’incremento della biodiversità.
L’ortogonalità delle trame agricole guida il progetto nel delimitare lo spazio in stanze, siepi di melograno ne diventano le cornici e filari di gelsi ne determinano il ritmo. Vengono così a caratterizzarsi diversi spazi dedicati al giardino utile dove troviamo i frutteti di pomi, drupe e cachi, i piccoli frutti dimenticati e l’orto domestico con un’area destinata al compostaggio.
La stagionalità viene sottolineata dalla scelta di piante anche spoglianti le cui variazioni cromatiche creano episodi inaspettati, il giardino muta e si trasforma continuamente durante l’anno.
La geometria delle aree a frutteto si interrompe ai margini del giardino, lasciando spazio a radure e aree boscate, instaurando un nuovo dialogo con il paesaggio.
Lungo la viabilità principale una siepe pluristratificata sempreverde provvede a mitigare l’inquinamento atmosferico ed acustico nei confronti delle automobili e costituisce un filtro visivo verso le residenze vicine.
La vicinanza di un corso d’acqua alla proprietà ha portato alla scelta di piante igrofile per quell’area andando a costituire un bosco umido di pioppi, salici, ontani e aceri.
Le diverse aree boschive sviluppano dei tematismi, tra questi il bosco delle querce, delle bacche, delle fioriture; la scelta di vegetazione autoctona come pure la presenza di un biolago a depurazione naturale incrementa la biodiversità nel giardino: gli arbusti e le loro bacche forniscono rifugio e alimento alla fauna locale, le fioriture nutrono gli insetti, in particolare attirano farfalle e api, indicatori di un ambiente sano e ricco di vita.
In sinergia con il sistema della casa passiva, nel lato rivolto a sud, la piantagione di latifoglie spoglianti a rapida crescita si pone come obiettivo il miglioramento del microclima dell’abitazione e degli spazi di vita all’aperto, favorendo durante l’estate il raffrescamento e la produzione di ossigeno mentre in inverno, una volta perse le foglie, permettendo l’irraggiamento solare.
Per ridurre il consumo idrico e gli oneri di manutenzione di un giardino di notevole estensione si è preferito negli spazi aperti l’utilizzo di prati naturalistici anche per la loro rusticità e ricchezza in specie vegetali diverse.”

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Ci vediamo a Rovigo il 4 novembre 2011


Il 4 e 5 novembre si svolgerà il 5° convegno delle case passive a Rovigo.
Durante il convegno oltre a parlare di argomenti tecnici, nuove soluzioni costruttive e tecnologie, verranno presentate alcune realizzazioni che nel complesso si sono distinte. Esattamente il 4 novembre nel pomeriggo verrà presentata casa mia e avrò il pacere e l’onore di condividere coi partecipanti quella che è stata la mia esperienza.
Perciò non mancate, venite numerosi!

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fotovoltaico

Da quando gli operai dell’ENEL sono venuti fisicamente a febbraio ad attivare il contatore collegato ai pannelli fotovoltaici, la casa si può dire che si sia trasformata da passiva ad attiva.
In realtà alla casa non è cambiato un gran che, solo che, con l’attivazione dei 9,20 kw di fotovoltaico il fabbisogno energetico annuo dovrebbe essere totalmente soddisfatto, con molto avanzo.
Utilizzo il condizionale “dovrebbe” in quanto la produzione dipende molto dalle giornate di luce, e soprattutto perché abbiamo fatto numerosi calcoli per ipotizzare il consumo elettrico della nostra famiglia in questa nuova casa, ma solo dopo 12 mesi potremmo sapere con certezza se i conteggi saranno esatti.
I 40 pannelli da 230 Wp sono stati installati a fine 2010, quando era ancora presente un incentivo differente se la posa fosse integrata alla copertura o solo appoggiata sopra, perciò ho scelto quella più remunerativa (€. 0,442 al KWp) prestanto particolare attenzione a una soluzione di copertura che mi garantisse nel tempo la permeabilità all’acqua del tetto (al tipo di copertura dedicherò un apposito articolo prossimamente).
Come avete intuito dagli articoli precedenti ho scelto sempre fornitori che mi dessero serie garanzie e si prendessero la responsabilità delle lavorazioni, per questa fornitura mi sono affidato all’elettricista che ha fatto tutti i lavori alla casa, primo perchè il suo prezzo era in linea con quelli di altri fornitori di fotovoltaico e secondo perche così facendo per tutto l’impianto elettrico della casa ho un solo referente.

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sfiati dei bagni

Una casa passiva si differenzia da una casa classica non tanto per lo spessore dell’isolamento perimetrale o dei vetri (anche se importanti) ma specialmente per tanti piccoli dettagli e accorgimenti che si devono avere in tutte le fasi costruttive.
Gli sfiati dei bagni, ad esempio, nel mio caso per mantenere l’ermeticità all’aria del fabbricato ho dovuto installare un’apposita torretta con valvola di areazione.
Anche in questo caso non si tratta di una rivoluzione nel metodo costruttivo ma semplicemente di accorgimenti o dettagli che in un involucro particolarmente isolato rendono al minimo le dispersioni.
Sostanzialmente ogni volta che si schiaccia lo sciaquone si crea una depressione che fa aprire in maniera naturale la valvola, per poi richiudersi, sempre in maniera automatica e naturale, a fine ciclo di scarico. Posizionandola sul tetto ho dovuto ricoprirla, creando un camino dal lattonire, per evitare che il sole diretto possa alterarne il funzionamento e la durata.
In una casa passiva che ho visitato in Val Venosta, avevano posizionato questa valvola addirittura all’interno del fabbricato, così facendo non si aveva un cantotto con l’estreno salvaguardando al massimo l’ermeticità, ed essendo sempre chiusa, se non per qualche frazione di tempo in cui si apriva per ovvi motivi, non creava cattivo odore all’interno del vano in cui era stata posizionata.

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riscaldamento raffrescamento – ultima parte

“Per quanto riguarda la centrale termica di Casa Berardi la scelta del tipo di generatore è stata fatta considerando tutta una serie di fattori al contorno tra i quali il principale obbiettivo della committenza di avere una casa autosufficiente dal punti di vista energetico. Aver progettato un involucro Passivo significa, aver minimizzato al massimo i consumi per riscaldamento ed indirettamente i consumi di raffrescamento (attenzione agli ombreggiamenti estivi dei vetri!!!), ma non significa minimizzare i consumi di acqua calda che dipende dal tenore di vita del committente (doccia o vasca o idromassaggio o wellness), dal numero di persone che abita la casa e dalla possibilità di sfruttare le fonti rinnovabili come il solare termico. E facile quindi intuire che per ottenere l’autosufficienza energetica occorre progettare anche in una casa passiva un impianto che sfrutti il fatto di aver ottimizzato i consumi energetici e quindi avere le potenze specifiche basse (il più possibile), ma che al tempo stesso utilizzi in modo intelligente le fonti rinnovabili disponibili sul sito. Un progettista non sensibile all’ottimizzazione del sistema proporrebbe semplicemente un grande impianto di Pompa di Calore abbinato ad un grande impianto Fotovoltaico. Tale scelta facile da progettare costa però molto al committente che vede il costo di realizzazione dell’impianto praticamente identico al caso di una casa normale non passiva.
Tale approccio facile per un impiantista che pensa nessuno si è mai lamentato della sovradimensionamento degli impianti che al più si fermano se gli ambienti sono soddisfatti.
Purtroppo sovradimensionare gli impianti per una casa passiva oltre che deleterio per il portafoglio del committente va anche a discapito dei rendimenti medi stagionali dello stesso. La cosa è semplice da spiegare con un esempio motoristico se mettete un motore sovradimensionato su una Panda otterrete comunque consumi più elevati rispetto alla soluzione equilibrata che vi permette una guida agevole ma al tempo stesso parca nei consumi.
Nel caso di Casa Berardi quindi si è tenuto conto dei vari carichi termici: riscaldamento, raffrescamento, e produzione Acqua calda sanitaria (ACS). Si sono mitigati i valori di punta utilizzando volani termici per ACS da 700 litri, e un volano termico sul riscaldamento di 200 litri.
Si è applicato un solare termico coprendo oltre il 70 % di produzione ACS del fabbisogno odierno, pensando che questo possa solo aumentare (i figli crescono ed aumentano i consumi).
Poi si è optano per un sistema di produzione del calore e produzione del freddo mediante una Pompa di calore acqua-acqua a sonda geotermica. La scelta è andata verso un impianto con potenza pari a 8 kW (Temperatura ingresso sonde 0°C, Temperatura mandata impianti 35°C) con funzione “active cooling” estivo mediante inversione di ciclo idrica (con un set di scambiatori esterni si inverte il ciclo). La pompa di calore ha comunque a bordo una resistenza elettrica di soccorso di 3 kW in caso di emergenza (problemi sul compressore o sul lato sonde). Ovviamente a copertura del consumo elettrico rimanente è stato installato un impianto Fotovoltaico che oltre a coprire il consumo per riscaldamento raffrescamento ed integrazione alla produzione di ACS, produce energia elettrica per gli altri usi: elettrodomestici ed illuminazione.
In questo modo possiamo affermare di aver realizzato una casa che produce più di quanto consuma come richiesto dall’ultima direttiva Comunitaria che prevede tale obbligo sulle nuove costruzioni a partire dal 2020.
Gionata Sancisi”

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riscaldamento – raffrescamento – parte 2°

Segue articolo precedente:

“Come promesso eccomi qua a spiegare più in dettaglio le scelte impiantistiche adottate per Casa Berardi. Partiamo dalle richieste del committente: ottenere il massimo confort interno sia in estate che in inverno sfruttando tutte le potenzialità del solo impianto di VMC. Alberto, affermava durante le prime riunioni, “che gli sarebbe piaciuto realizzare un impianto di VMC che possa essere dimensionato per garantire il ricambio d’aria ed il giusto apporto di calore sia d’estate che d’inverno”. Purtroppo tale obiettivo, tipico di chi vuole fare una casa passiva, crea non pochi problemi al progettista impiantistico in quanto ottenere dal medesimo impianto caldo, freddo ed il giusto ricambio d’aria, è una sfida impegnativa. Tenete conto che le case passive sono nate e sviluppate in Germania dove la stagione estiva non raggiunge, se non per brevi periodi, il caldo e l’umidità raggiunti dal nostro clima. Per comprendere l’arditezza dell’obbiettivo da ottenere basta fare una semplice considerazione, d’estate su un metro quadro di finestra, possono piovere fino a 1000 Watt di potenza termica di caldo. Se pensate che un impianto di VMC per l’intera abitazione è in grado di dare al massimo circa 3500 W di raffrescamento, capite bene che per riuscire con la sola VMC a raffrescare d’estate occorre prevedere sistemi efficaci di ombreggiatura. Prima di progettare un impianto di VMC che sia il solo impianto di raffrescamento occorre progettare adeguati sistemi di ombreggiatura passiva esterni. Se non sono presenti tali sistemi sicuramente non raggiungerete un livello ottimale di confort estivo!! Per entrare nel dettaglio della progettazione dell’impianto occorre impostare il livello di ricambio ora di progetto, di solito non conviene superare il valore di un ricambio ora. Tale valore di un ricambio ora permette un moto interno dell’aria con velocità al limite del confort. Il passo successivo è quello di determinare le portate di ricambio massime per ogni vano/ambiente. Ottenuti questi valori di progetto si vanno a posizionare un numero di bocchette tali ad ottenere tale ricambio. Attenzione a posizionare le bocchette di estrazione nei bagni, in cucina, ecc e le bocchette di immissione nelle stanze da letto ed in salotto. Per ottimizzare questa fase di solito eseguo dei disegni nei quali indico il flusso d’aria collegando la bocchetta di immissione con quella di estrazione più vicina. Con questo metodo comprendo il percorso dei flussi di aria e gli eventuali attraversamenti delle porte, dove occorrerà prevedere una bocchetta di attraversamento o prevedere la fessura sotto porta vedi disegno. La prossima volta parleremo della Centrale Termica e dei sistemi di autoproduzione energetica.
Gionata Sancisi”

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Come abbiamo realizzato l’impianto di riscaldamento e raffrescamento – 1° parte

Ho già accenato, molto supreficialemte, al tipo di impianto che ho montato in casa ed ora che tutto è funzionante ho chiesto al suo progettista, l’ing. Gionata Sancisi, di accompagnarci nella presentazione dettagliata dell’impianto tecnologico della centrale termica:

“E’ arcinoto a tutti che la caratteristica principale della Casa Passiva è quella di avere bassissime dispersioni energetiche per trasmissione grazie alla elevata coibentazione dell’involucro edilizio. E’ altresì noto che per ottenere una Casa Passiva in climi rigidi (Oltre i 1500 Gradi Giorno) occorre installare un sistema in grado di non disperdere il calore disperso per la necessaria e vitale ventilazione degli ambienti. Tutti sanno che la qualità dell’aria interna alla abitazione è strettamente correlato al livello di ricambio con aria pulita proveniente dall’esterno. Purtroppo l’aria esterna oltre ad essere migliore dal punto di vista degli inquinanti prodotti dall’uso della casa (CO2, Umidità, odori, ecc.) ha una temperatura che in alcune stagioni dell’anno è molto diversa dalle condizioni ottimali di confort. D’altra parte l’aria interna seppur “inquinata” dai metaboliti dell’attività umana ha una temperatura (quindi un contenuto energetico) ottimali per il confort interno. Tipicamente si afferma che un ricambio pari a 0,5 h-1 (ovvero tutta l’aria deve essere ricambiata ogni due ore) garantisce una ottimale qualità dell’aria. Tale ricambio però se lo effettuiamo in modo “semplice” aprendo le finestre comporta una elevata dispersione energetica. Da semplici calcoli si può affermare che la dispersione energetica espressa in kWh/m2a si ottiene dividendo per 100 i gradi giorno della località di edificazione della casa. Per la pianura padana il valore dei gradi giorno tipico è 2500 gg, significa che attraverso una ventilazione semplice con ricambio pari a 0,5 h-1 si ha una dispersione energetica che può arrivare a 25 kWh/m2a. Ma una casa Passiva deve avere un indice energetico inferiore a 15 kWh/m2a. Ecco spiegato il perché per ottenere una casa passiva nel clima tipico della pianura padana occorra recuperare tale calore, altrimenti disperso, attraverso un impianto di ventilazione con recupero energetico, noto a tutti come Ventilazione Meccanica Controllata. La definizione VMC fa spesso storcere il naso agli Architetti, perché da l’idea di un sistema “forzato” non “naturale” quasi come se fosse un polmone d’acciaio. Purtroppo il regime forzato e controllato è necessario per l’ottimale recupero energetico che altrimenti sarebbe disperso in ambiente esterno. Alcune aziende produttrici di sistemi di VMC hanno coniato la definizione di Ventilazione Confortevole per definire i loro impianti. Tale definizione è più corretta in quanto la funzione principale di tale impianto è quella di ottenere e garantire nel tempo ottimali condizioni di confort interno in termini salubrità dell’aria (bassi tenori di CO2 e di umidità) e di temperatura interna.
Compresa questa importante premessa, ovvero che la VMC è fondamentale per ottenere un elevato confort interno ed un elevato risparmio energetico, e che per una casa passiva può essere l’unico impianto installato, vedremo nei prossimi articoli come è stato pensato e dimensionato l’impianto di climatizzazione della Casa Berardi. Parleremo di Pompe di calore geotermiche, di raffrescamento attivo con la VMC, di sistemi di regolazione climatica. Vi aspetto.
Gionata Sancisi.”

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Fitodepurazione

Per il trattamento delle acque reflue dalla casa ho scelto di realizzare l’impianto di fitodepurazione. Questa scelta è stata dettata dalla mia convinzione di ritenerla la migliore soluzione per trattare le acque in maniera ecologica, rilasciando acque filtrate, trattate e ripulite in maniera naturale.
Praticamente le acque nere della casa vengono convogliate in una vasca di accumolo Imhoff, dalla quale attraverso una pompa di sollevamento viene regolata la portata di questi liquami alla vasca di fitodepurazione.
Il bacino di fitodepurazione è stato realizzato seguendo le specifiche tecniche date dall’ARPA e si compone in un grande vasca di cls, con fondo avente un profondita interna di cm 100. Detto bacino è stato riempito per i primi 25 cmon ghiaione (40-70mm), successivamente con un altro strato di 25 cm di ghiaino (10-20mm). Durante questa fase abbiamo fatto attenzione a posare sul fondo del bacino, al di sotto del ghiaione un tubo forato drenante in “lana di cocco”, per distribuisce il liquame uniformemente, e le due fessure al livello del tessuto non tessuto che regolano ingresso ed entrata dei liquidi. Al di sopra degli strati di ghiaia è stato steso uno strato di tessuto non tessuto successivamente ricoperto, per uno spessore di 50 cm, di terreno vegetale miscelato in parti uguali con torba. Per finire sono stati piantati erbusti, selezionati per reagire con gli inquinanti affinchè questi ultimi siano rimossi mediante complessi processi biologici e chimico-fisici, utilizzando quei microorganismi che trovano qui un ambiente favorevole per operare. Le piante costituiscono l’elemento attivo nel sistema di fitodepurazione, in quanto hanno un’elevata capacità di assorbire ed utilizzare alcuni elementi chimici, impedendo loro di arrivare ai corpi idrici superficiali.
Per la realizzazione e fornitura della parte attiva (verde) mi sono rivolto a Roberto Rossi, da anni specializzato nel verde.

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