Posts tagged cemento armato

Telai per finestre

Più i lavori avanzano e maggiore attenzione bisogna prestare all’esecuzione dei lavori e allo studio dei dettagli.
In un fabbricato passivo un ruolo importante spetta agli infissi.
Proprio in questi giorni dalla Reset sono stati installati tutti i telai e controtelai delle le aperture esterne. Per poter ottenere la prestanza termica richiesta, per un fabbricato Gold, la finestra/porta deve avere una conducibilità molto bassa e, sul mercato, ad oggi sono ancora poche le aziende che offrono un prodotto per case passive a prezzi abbordabili.
Nella ricerca del fornitore di infissi ho scoperto che avrei potuto optare per due soluzioni, una era quella di acquistarne uno certificato per case passiva con ovviamente triplo vetro e un telaio di dimensioni importanti, oppure acquistare un telaio con un’alta prestazione termica sul quale poi andare ad inserire un infisso a triplo vetro e relativa struttura di dimensioni più contenute simile a quelli comunemente utilizzati.
La mi scelta è ricaduta su questa ultima soluzione per diversi motivi, primo per una maggiore facilità e mancanza di complicazioni di montaggio/rifinitura e in secondo piano, ma non meno importante, per un considerevole risparmio economico. I controtelai, anche se non so se è il nome più appropriato per chiamarli vista la loro differenza da quelli classici, sono isolati sui 4 lati, e contengono già le seguenti caratteristiche:
– incorporano già il vano per le tapparelle, per il frangisole e per le zanzariere
– si possono applicare gli alloggiamenti a scomparsa per le barriere antintrusione
– hanno già lo spazio prestabilito per la banchina esterna della misura scelta da me e scollegata con quello che sarà l’infisso, eliminando completamente il problema della conducibilità
– hanno una grande prestazione statica indipendente dal resto
– non occorre creare spigolature o altre lavorazioni particolari, infatti all’interno verrà applicato l’intonaco come su un muro normale, mentre all’esterno si rifinirà con la rasatura dell’imbianchino
– questo controtelaio consente di poter montare l’infisso a filo interno a differenza di tutte le altre soluzioni che mi obbligavano di posizionarlo al centro tra muratura e cappotto esterno.
Anche se alcuni disguidi tecnici hanno ritardato la consegna sono sempre più convinto della scelta e delle prestazioni/vantaggi di questi telai.
Come ben immaginate ho chiesto preventivi a Internorm, Stabil e Finstral ma mi sono stati prospettati costi di gran lunga superiori mentre una bella realtà che si è contesa la scelta è stata la Heiss Proficenter che però, anche se di poco più economica, installava un controtelaio per casa passiva ma che mi obbligava a lasciare in vista le guide delle tapparelle, delle barre antintrusione e delle predisposizioni delle zanzariere.
Alla fine ho scelto la Reset poiché ho chiesto loro oltre alla fornitura dei controtelai il chiavi in mano di tutto il pacchetto finestre/porte finestre, tapparelle, frangisole e posa, in modo da avere un unico referente per la responsabilità di ciò che forniscono e posano visti gli obbiettivi di certificazione della casa. E’ rimasto esclusa dalla fornitura solo il portoncino d’ingresso in quanto è l’unica cosa che per ora non realizzano.

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L’impianto di riscaldamento e raffrescamento

In questi giorno abbiamo incominciato la realizzazione degli impianti idraulici ed elettrici che più avanti verranno descritti dettagliatamente. Per incominciare ad entrare in questo argomento ho chiesto all’amico ingegnere termotecnico Gionata Sancisi di descriverci in via molto sommaria il tipo di impianto che serve per una casa passiva:

Impianti di una casa Passiva
La casa è detta “passiva” perché la somma degli apporti passivi di calore dell’irraggiamento solare trasmessi dalle finestre e il calore generato internamente all’edificio da elettrodomestici e dagli occupanti stessi sono quasi sufficienti a compensare le perdite dell’involucro durante la stagione fredda.
L’impianto di riscaldamento convenzionale si può eliminare se il fabbisogno energetico della casa è molto basso, convenzionalmente inferiore a 15 kWh al m² anno. Queste prestazioni si ottengono con una progettazione molto attenta, specie nei riguardi del sole, con l’adozione di isolamento termico ad altissime prestazioni su murature perimetrali, tetto e superfici vetrate e mediante l’adozione di sistemi di ventilazione controllata a recupero energetico.
In pratica in una casa Passiva l’unico impianto di climatizzazione è l’impianto di ventilazione meccanica controllata, opportunamente dimensionato per produrre il carico massimo energetico necessario in condizioni di progetto, in inverno con temperatura esterna -5°C.
Tale impianto va dimensionato con la cura e la precisione che definirei “da farmacista” e non con la logica di sovradimensionamento tipica dei dimensionamenti degli impianti tipici delle case normali.
Ora che abbiamo una casa con un impianto che consuma pochissimo possiamo mettere la ciliegina sulla torta: produciamo il calore necessario da fonti rinnovabili non fossili.
La casa passiva è l’applicazione perfetta per la pompa di calore.

Principi generali di funzionamento.
Con la pompa di calore si può sottrarre calore “gratuito e rinnovabile” dall’ambiente esterno (terra, acqua, aria). L’energia del calore che viene sottratta ad una temperatura più bassa, viene poi innalzata ad una temperatura più alta per permettere d’essere utilizzata in un sistema di riscaldamento d’ambiente, o per produrre acqua calda sanitaria.
L’impianto in pompa di calore consuma poca energia elettrica e “pompa” calore ambiente all’interno della casa. Il consumo elettrico può essere completamente autoprodotto mediante un pannello fotovoltaico.
Compensando la totalità dei consumi elettrici con la produzione dei pannelli Fotovoltaici si può ottenere una abitazione ad emissione zero di CO2.
Gionata Sancisi ingegnere termotecnico”

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opinioni sulla tecnica costruttiva dei casseri

Come più volte detto esistono diversi modi e materiali per poter costruire un edificio, alcuni hanno caratteristiche di salubrità, altri di termicità, altri di praticità e così via di seguito.
E’ difficile dire se c’è e qual’è il metodo migliore di costruzione, in quanto lo stesso risultato lo si può ottenere adottando tecniche differenti e le considerazioni che mi inducono a definire quello che secondo me è la tecnica migliore potrebbero non esserlo per un’altra persona.
Nelle ultime settimane via mail o direttamente sul blog molte persone mi hanno chiesto consigli o opinioni sulla tecnica costruttiva dei casseri.
Premettendo che non ho la qualifica e la competenza per dare consigli posso pero esprimere quelle che sono le mie opinioni in merito.
Innanzi tutto, ho avuto il piacere di poter vedere una casa a Cesenatico costruita con questa tecnica da una persona che da sola o con l’aiuto di poche maestranze è riuscita in circa 2/3 anni a completare l’esecuzione. Ne ho visto lo stato grezzo, quello più avanzato e quello finito ma sinceramente da subito ho compreso che quella soluzione non si sposava con le mie idee di abitazione.
La tecnica della costruzione a casseri prevede che vengano utilizzati dei speciali blocchi di isolanti, vuoti al loro interno nel quale vengono posati i ferri per edilizia e poi riempiti di cemento formando cosi le pareti e i solai della struttura di tutta la casa, così facendo si avrà che tutta la casa sia in cemento armato e questo è già sufficiente per non considerarla di qualità (almeno secondo i miei standard), non sono contrario al c.a. ma credo che debba essere utilizzato solo nello stretto necessario.
A sua volta la finitura delle pareti interne, essendo rivestire dal materiale del cassero, deve essere con dei pannelli in cartongesso o materiale similare dando alla finitura una consistenza differente da quella del laterizio con intonaci a calce naturale.
Per quanto attinente all’efficienza energetica, non mi risulta esistano ancora dei fabbricati con certificazione passiva in Italia e sinceramente, per quello che stò sperimentando, l’isolamento delle pareti esterne è la problematica più semplice da risolvere, termicamente parlando, ma la complessità è data da tanti piccoli fattori e accortezze da avere negli attacchi a terra, coi tetti e balconi, con le aperture, con l’impianto elettrico nei punti di passaggio o comunicazione tra la parte esterna e interna, con la cappa della cucina …………………….. (ogni dettaglio verrà ripreso e descritto ad ogni fase esecutiva).
Comprendo che sia di facile realizzazione e forse economica ma personalmente la ritengo per nulla di qualità e il solo pensiero di vivere in un involucro di c.a. mi indispone, volendo ragionare in termini di autocostruzione mi sento molto più vicino alle case in paglia, più sane e salubri per la salute e il territorio.

Manuale pratico per la progettazione e la costruzione
ISBN: 888881907X

Prezzo € 14,00

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Ovviamente anche a casa mia la struttura è in c.a. ma solo per quello che era fondamentale per la staticità e la sismicità per il resto le scelte sono ricadute su materiali differenti.

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Casa in legno o laterizio?

Come accennato in uno dei primi post ho incominciato la mia ricerca valutando attentamente l’acquisto di una casa in legno per poi arrivare alla scelta dell’autocostruzione con imprese locali in laterizio.
Sono stato incuriosito anche dalle case costruite con la paglia, molto affascinanti come idea ma non ho sufficienti elementi per esprimere opinioni.
Per quel che posso aver capito, una buona casa in laterizio può tranquillamente essere paragonata ad una buona casa in legno e viceversa.
Provengo da una zona dove il legno è poco impiegato per la costruzione delle abitazioni, se non per le parti del tetto e dei solai, ma di certo non avevo e sicuramente non ho tutt’ora quella competenza che può avere chi abita dove il legno è maggiormente presente e utilizzato in edilizia.
Una cosa importante che però ho capito è che la casa in legno in questo momento va di moda, perchè considerata ecologica, economica, riciclabile, energetica, innovativa, di veloce edificazione etc etc ………….
Nella realtà dagli elementi che ho potuto raccogliere bisogna stare molto attenti perchè questi termini molto di moda possono essere interpretati o venduti in maniera erronea.
Alcune aziende propongono case prefabbricate in legno che in realtà di legno ne hanno molto poco, infatti la struttura è composta da semplici pilastri in lamellare rivestiti e riempiti tra loro con isolante (generalmente fibra di legno o sughero ma in altri casi polistirolo) il tutto rivestito da pannelli in cartongesso. (questo non è il mio concetto di casa!!!)
Altre imprese mi hanno proposto una struttura più robusta in legno dove questo materiale era presente anche lungo tutte le pareti perimetrali sulle quali veniva applicato il materiale isolante. (decisamente di mio gradimento).
Per quanto riguarda l’aspetto ecologico ho scoperto che spesso il legno viene trattato appena l’albero viene abbattuto e anche successivamente per evitare che possano crearsi difetti di lavorazione, stagionatura e durata.
Per quanto riguarda la provenienza altro aspetto fondamentale non sempre di facile e chiara individuazione, anche in questo campo come succede per tanti altri prodotti, ad es le scarpe, il fatto che possa essere prodotta in Cina ma poi trasportate e assemblate in Italia vengono pubblicizzate sul mercato come “Made in Italy” ma come potete ben capire la realtà è differente.
Altra cosa importante che ho riscontrato in alcuni casi è che sia su cataloghi che da agenti vengono proposte case in classe “A” dove detta certificazione viene fraintesa in quanto è la parete singola ad averla e non in realtà l’intero fabbricato assemblato e finito. Sarebbe come dire, compro un infisso Internorm certificato passivo e lo inserisco in una parete lasciando una fessura di 10 cm tutt’attorno volendo vendere il fabbricato come passivo solo perche si ha l’infisso certificato.
Scartando tutte quelle aziende non in grado di dare delle garanzie come sopra indicato all’ora si trovano delle belle realtà sia industriali che artigianali in grado di offrire un ottimo prodotto. La valutazione economica a questo punto però fa si che i costi siano pari ad un buon fabbricato in laterizio.
A questo punto non pongo differenze qualitative tra le due.

Le motivazioni che mi hanno spinto ad optare per la soluzione in laterizio si possono riassumere in 5 punti:
1- In primis è che in questo momento di profonda crisi economica mi piace pensare di immettere (o lasciare) soldi nel mio tessuto locale distribuiti in diverse famiglie di artigiani i quali a loro volta potranno rispendere questi soldi nell’economia locale;
2- La casa in laterizio è molto più vicina alla cultura ambientale e tradizionale della zona in cui vivo;
3- Facendo l’agente immobiliare so per esperienza che dopo 20/30 anni una casa difficilmente rispecchia ancora le esigenze del nucleo che l’ha costruita e vissuta, pertanto viene riadattata con le nuove esigenze. Per quanto riguarda la ristrutturazione non avendo da noi la cultura del legno mancano carpentieri in grado di mettere mano a queste strutture e quindi bisogna sempre ricercarle da altre parti d’Italia, mentre in una casa di laterizio è sufficiente una mazza per eseguire la metà del lavoro e un impresa qualsiasi per il completamento dei lavori;
4- Nel caso di vendita sono convinto che ad oggi il 100% delle persone sono disponibili all’acquisto di un fabbricato di qualità in muratura mentre solo il 30/35% in legno (almeno questo calcolo l’ho dedotto da quello che vivo tutti i giorni con le richieste e le considerazioni che fanno i clienti della mia agenzia);
5- Ultimo e non meno importante è che provenendo da una famiglia con una discreta cultura e conoscenza in campo edile posso approfittare e scegliere canali, soluzioni o strade vantaggiose nell’acquisto di materiali e nella realizzazione delle opere;

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Il fabbricato cresce

Una volta fatto getto delle fondazioni il fabbricato cresce verso l’alto come una normale costruzione in laterizio.
Sono stati realizzati i pilastri in c.a. per sorreggere il primo solaio e quelli per il secondo che nel caso specifico fa anche da tetto, a parte una superficie più piccola sulla quale è stato creato un getto a due falde che in futuro verrà coperto con un tetto verde.
In questa fase non sono stati necessari accorgimenti o lavorazioni particolari utili a rendere il fabbricato ad alte prestazioni termiche a parte il punto in cui il portico si attacca all’involucro e ad una sporgenza a sbalzo che fa da pensilina nella zona a nord.
Questi due punti, per evitare di creare dei ponti termici, sono stati eseguiti tramite la posa di elementi termoisolanti della ditta SCHOCK.
Nello specifico sono stati utilizzati elementi, ai quali verranno attaccate la travi del portico, posati prima del getto e legati al ferro del solaio

dei quali terminato il getto se ne può vedere solo una piccola parte necessaria per il futuro ancoraggio.

Anche gli elementi per la parte a sbalzo sono stati posata e legati al solaio prestando particolare cura a non creare fessure tra un elemento e l’altro


per poi risultare in questa maniera finito il getto

La scelta tecnica di isolare tutto l’involucro esterno fa sì che le lavorazioni interne si possano fare come in un comune fabbricato, con l’unica differenza che per scelta impiegheremo il più possibile materiali selezionati.

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