I lavori procedono e nell’ultima settimana gli imbianchini della Project Decor hanno incominciato la posa del cappotto esterno al fabbricato.
Il materiale scelto è stato il Multipor della ditta Ytong, praticamente un un pannello termoisolante di natura minerale, monolitico a base di idrati di silicato di calcio.
La classificazione di “prodotto ecocompatibile” costituisce inoltre un importante valore aggiunto, perfettamente in linea con le tendenze attuali verso un’edilizia ecosostenibile e di questa casa.
Non nascondo il fatto che per tutti noi era la prima volta che utilizzavamo questo materiale, ma nel giro di poco si è presa confidenza.
Su suggerimento dei rivenditori della Color Decor il primo strato di cappotto a terra è stato fatto con un pannello classico ad alta densità per evitare la risalita di umidita futura, anche se il Multipor non dovrebbe creare questa problematica.
Sopra questo primo strato è stato posato il cappotto, estremamente fragile e delicato, che è stato tagliato o rifinito con attrezzi del mestiere attorno ai telai delle aperture e negl’angoli.
Mentre internamente è stata posata una retina per evitare il setolarsi dell’intonaco sull’esterno è stata posata una mano di colla aggiutiva nella fessura tutt’attorno al telaio degli infissi dopo di che il Multipor è stato ritagliato e lavorato per andare a copriere il telaio anche in facciata.
Detta lavorazione è stata fatta per evitare che l’eventuale differenza di materiale possa in futuro creare delle marcature estetiche.
Come al solito più avanti vi darò ulteriori dettagli.
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Cappotto esterno
L’impianto di riscaldamento e raffrescamento
In questi giorno abbiamo incominciato la realizzazione degli impianti idraulici ed elettrici che più avanti verranno descritti dettagliatamente. Per incominciare ad entrare in questo argomento ho chiesto all’amico ingegnere termotecnico Gionata Sancisi di descriverci in via molto sommaria il tipo di impianto che serve per una casa passiva:
“Impianti di una casa Passiva
La casa è detta “passiva” perché la somma degli apporti passivi di calore dell’irraggiamento solare trasmessi dalle finestre e il calore generato internamente all’edificio da elettrodomestici e dagli occupanti stessi sono quasi sufficienti a compensare le perdite dell’involucro durante la stagione fredda.
L’impianto di riscaldamento convenzionale si può eliminare se il fabbisogno energetico della casa è molto basso, convenzionalmente inferiore a 15 kWh al m² anno. Queste prestazioni si ottengono con una progettazione molto attenta, specie nei riguardi del sole, con l’adozione di isolamento termico ad altissime prestazioni su murature perimetrali, tetto e superfici vetrate e mediante l’adozione di sistemi di ventilazione controllata a recupero energetico.
In pratica in una casa Passiva l’unico impianto di climatizzazione è l’impianto di ventilazione meccanica controllata, opportunamente dimensionato per produrre il carico massimo energetico necessario in condizioni di progetto, in inverno con temperatura esterna -5°C.
Tale impianto va dimensionato con la cura e la precisione che definirei “da farmacista” e non con la logica di sovradimensionamento tipica dei dimensionamenti degli impianti tipici delle case normali.
Ora che abbiamo una casa con un impianto che consuma pochissimo possiamo mettere la ciliegina sulla torta: produciamo il calore necessario da fonti rinnovabili non fossili.
La casa passiva è l’applicazione perfetta per la pompa di calore.
Principi generali di funzionamento.
Con la pompa di calore si può sottrarre calore “gratuito e rinnovabile” dall’ambiente esterno (terra, acqua, aria). L’energia del calore che viene sottratta ad una temperatura più bassa, viene poi innalzata ad una temperatura più alta per permettere d’essere utilizzata in un sistema di riscaldamento d’ambiente, o per produrre acqua calda sanitaria.
L’impianto in pompa di calore consuma poca energia elettrica e “pompa” calore ambiente all’interno della casa. Il consumo elettrico può essere completamente autoprodotto mediante un pannello fotovoltaico.
Compensando la totalità dei consumi elettrici con la produzione dei pannelli Fotovoltaici si può ottenere una abitazione ad emissione zero di CO2.
Gionata Sancisi ingegnere termotecnico”
pensiline in legno
Questa settimana sono state installate le pensiline in legno, che hanno due funzioni essenziali.
Innanzi tutto quello di proteggere parte dei muri esposti alle intemperie nella parte centrale del fabbricato dove non ci sono i cornicioni e l’altra prettamente estetica.
E’ risaputo che un fabbricato con cornicioni ha una capacità di usura della parete esterna molto più lenta rispetto ad una parete completamente esposta al sole e intemperie, anche se questa è trattata coi migliori materiali e vernici chiamate autopulenti. La sfida in questo progetto era quello di coniare il classico fabbricato a cubo della casa passiva con un fabbricato esteticamente più consono alle tradizioni del territorio, così il progettista ha pensato bene di creare queste pensiline per creare movimento e migliore qualità nel tempo del fabbriato.
La sfida è stata quella di applicare dette parti al tetto senza creare però dei ponti termici.
Sulla copertura sono stati creati dei muretti in c.a. che sporgessero sopra alla copertura finita del tetto, comprensiva dei 18 cm di isolamento, dove sono state ancorate le travi in legno necessarie all’uso convenuto, sulle quali sono state applicate due strati di tavole in legno e il realtivo manto antirumore sopra.
Per dare una maggiore stabilita e sicurezza è stata applicata una trave di sostegno per ampliare la base d’appoggio delle stesse travi.
La fornitura e posa di detto materiale è stata affidata ad una azienda locale, “La Trave” di Longiano (FC), conosciuta per la loro competenza nella lavorazione del legno, infatti la loro esperienza nella realizzazione di tetti, porticati, pergolati e altre lavorazioni in legno è molto elevata e rinomata.
Mi sento di aggiungere che anche per quanto concerne i costi a volte sono necessarie delle piccole applicazioni per ottenere dei grandi risultati spendendo pochi soldi.
Completato questa lavorazione siamo pronti per fare la guaina di copertura su tutto il tetto.
Isolamento tetto piano
Questa settimana ci siamo concentrati sul portare avanti le lavorazioni del tetto per poter eseguire la guaina al più presto.
Abbiamo steso sopra il solaio di copertura l’isolante per uno spessore complessivo di 18 cm (uno strato da 10 cm e uno da 8 cm) facendo ben attenzione a non lasciare fessure tra un pannello e l’altro, e anche in prossimità di tubi che salgono in alto
Sopra a questo strato di isolamento abbiamo creato una gettata per creare un piano uniforme sul quale poter creare l’impermeabilizzazione.
Il progetto prevede che sul tetto piano vengano in alcuni punti inseriti dei cornicioni in legno (che dovremmo montare la prossima settimana) e dei muretti rialzati. Anche nel creare questi due particolari si è prestata attenzione affinchè tutta la copertura sia sempre a contatto con l’isolante.
Per quanto riguarda la parte dove verrà realizzato il tetto verde si procederà in maniera differente la prossima settimana e se tutto va come da programma venerdì prossimo potremmo realizzare la guaina impermeabilizzante.
Tamponamenti esterni
Dopo lo stop per neve e per le feste natalizie i lavori procedono spediti e senza intoppi particolari.
In questo periodo sono stati scelti gli impiantisti e buona parte dei materiali di rifinitura interni ai quali dedicherò vari articoli per poter condividere tutti i dettagli.
Sono stati eseguiti i tamponamenti esterni con blocchi POROTHERM utili a creare la massa del fabbricato oltre che a delimitarne gli spazi con l’esterno.
La scelta di questo materiale è stata dettata dal fatto che nella nostra progettazione era utile creare una massa importante necessaria al mantenimento delle temperature interne.
Questo è il concetto col quele si è sempre costruito nel passato, infatti chi ha provato ad entrare in una casa colonica di almeno 50 anni, ha sicuramente potuto provare un fresco estivo dato dalla grande massa delle mura perimetrali.
Anche i tramezzi interni sono stati ultimati e sono stati realizzati con blocchi porizzati con spessore 10 cm. dimensione per me necessaria per creare le tracce per gli impianti senza dover demolire completamente parti di parete e anche per dare maggiore isolamento tra una stanza e l’altra.
Il Progettista
Ho chiesto all’architetto Marco Berardi (mio fratello) di presentare il progetto spiegando le motivazioni e le scelte estetiche e architettoniche ma prima di tutto ritengo sia giusto presentarsi:
“Erano già alcuni anni che desideravo progettare una casa passiva. La scintilla è nata dopo aver frequentato, nel 2001, un corso universitario di perfezionamento in case bioecologiche di 200 ore, presso la facoltà di Ingegneria di Bologna, e ,nel 2005, il corso base Casaclima a Bolzano. A ciò ho aggiunto numerosi viaggi in alto Adige ed in Austria per conoscere nel dettaglio come si costruiscono e si “vivono” le case passive.
Quando mio fratello Alberto ha deciso di costruirsi una casa ecologica a basso consumo, sono iniziati ragionamenti su che cosa volessimo realizzare ed abbiamo deciso di metterci a fronte di una grande sfida, la costruzione di una casa passiva.
Sono così iniziati svariati viaggi in Alto Adige, per contattare maestranze ed imprese specializzate nelle costruzioni passive, vedere progetti realizzati, provare i comfort di queste residenze e scambiare opinioni con chi ci vive all’ interno ogni giorno.
Dopo esserci documentati ed aver provato con mano ciò che il mercato offriva abbiamo deciso di tralasciare tutto ciò che era prefabbricato, concentrandoci su una struttura e materiali tradizionali, sarà perché abbiamo vissuto in cantiere già dai 14 anni, in quanto figli di un piccolo imprenditore edile specializzato nella costruzione di villette per una committenza privata.
Inoltre il prefabbricato solitamente ha una forma semplice, spesso desunta dal cubo (per un miglior risparmio energetico) poco contestualizzabile nella pianura romagnola. Ciò che ho deciso di fare, quindi, è stato di prendere l’idea della tipica casa colonica e rivisitarla in chiave moderna ed adattarla ai principi di passività che ci eravamo imposti; così il portico è direttamente connesso al soggiorno ed alla cucina, funge da filtro con il giardino (storicamente chiamato aia), e deve essere vissuto da primavera fino all’autunno come spazio aggiunto alla casa per divertimento e relax.
La scelta progettuale ha comunque rispettato i fondamenti base per realizzare una casa passiva, cioè pianificare con attenzione fin dall’inizio le fasi progettuali e realizzative. L’area pianeggiante in aperta campagna su cui sorge il fabbricato non pone vincoli, così si è scelto di realizzare il fabbricato con esposizione a sud leggermente ruotata di qualche grado ad est ( ricalcando la classica centuriazione romana), anche se l’accesso e il fronte strada sono a nord.
Marco Berardi“
Casa Passiva a San Mauro Pascoli
Questo blog nasce con la voglia di condividere l’esperienza costruttiva della mia nuova casa passiva (passiv haus in tedesco).
Io e mia moglie abbiamo incominciato dal 2006 a lavorare per questo progetto passivo, per noi nuovo di cui conoscevamo solo il nome e il concetto, andando a visitare diversi fabbricati già realizzati, alcuni grazie agli enertour, visitando alcune fiere e facendo e rifacendo progetti del fabbricato per ottenere il risultato desiderato.
I requisiti essenziali che doveva avere la nuova dimora erano per noi chiari: luminosa, sana, giusti spazi, di facile manutenzione e che avesse un costo gestionale bassissimo se non nullo. Il tutto ovviamente in proporzione alle nostre possibilità economiche!
Inizialmente pensavamo che la nostra soluzione fosse una casa in legno, poi per tanti motivi che magari descriverò in un altro articolo, siamo passati col trattare l’acquisto di una casa in laterizio certificata passiva realizzata da un’azienda dell’altitalia per poi arrivare all’esperienza di costruircela utilizzando imprese e fornitori locali.
Ricordo ancora il giorno in cui all’ennesimo appuntamento con l’impresa esperta in costruzioni di case passive dell’altitalia rimasi molto deluso dal capitolato elettrico che mi era stato compreso nell’esoso preventivo e sulla strada del ritorno in macchina con mio fratello Marco e architetto del progetto abbiamo incominciato a pensare a come mai noi vista l’esperienza nel settore non potessimo costruircela con imprese locali.
E’ nata cosi la ricerca, lo studio più approfondito fino a trovare la giusta consulenza che ci permetterà di certificare la casa come passiva.