Archive for bioedilizia

L’esperienza di vivere in una Casa Passiva

esterne
A distanza di tre anni posso dire che per quanto ci riguarda l’esperienza di vivere in una casa passiva è decisamente positiva.
Tutte le paure e i dubbi circa il funzionamento, il confort, l’ermeticità e la gestione sono ormai sfatati.
Quello che rispondo a tutte le persone che mi chiedono cosa vuol dire vivere in una casa passiva è che l’involucro funziona.
È sorprendente quanto dall’interno del fabbricato non si percepiscano i cambiamenti climatici, sia quelli repentini da un giorno all’altro sia quelli di passaggi stagionali. In quest’ultimi il cambiamento climatico esterno incomincia ad avere sensibili cambiamenti interni a distanza di molto tempo a volte anche di circa 20 giorni.
A casa nostra la temperatura invernale è imspotata non scende mai al di sotto dei 21,5°, giorno e notte, sia che siamo in casa sia che siamo in vacanza.
La sensazione di calore (mi riferisco ai mesi invernali) è molto alta anche se l’impatto entrando in casa in una giornata fredda non è quella di percepire un calore improvviso. Il caldo interno lo si percepisce solo standoci dentro e quello che in maniera più forte si tocca con mano il calore della massa del fabbricato vivendo gli spazi.
Mi spiego meglio per quello che intendo.
Innanzi tutto tutta la casa ha una temperatura uniforme, in qualsiasi direzione, vano e piano; non si percepiscono cambiamenti salendo le scale, entrando nel sottotetto o avvicinandosi alle ampie vetrate.
Per percepire l’elevata forza calorica della casa è sufficiente fare qualche lavoretto domestico per sentire che è caldo, oppure aprire per una o due o tre ore casa completamente per poi richiuderla ritrovando immediatamente la stessa temperatura di benessere.
Il rapporto volume abitativo e apporto energetico corporeo a casa nostra è estremamente sbilanciato, nel senso che i mq. adibiti a Casa Passiva risentono poco del nostro calore abitativo.
La ns scelta è stata quella di non escludere nessun vano dall’involucro passivo anche se così facendo tra servizi, sottotetti, garage e ovviamente a vani abitabili parliamo di circa 380 mq. di Casa Passiva. Vi dico questo perche vivendoci mi sono reso conto che se la casa fosse stata più piccola veramente sarebbe servito un nulla per avere un confort ancora più alto con zero consumi.
Capita spesso di avere amici a cena e quei sabati in cui ci si ritrova in più famiglie la temperatura interna si alza di 1-2 gradi velocemente e addirittura ancor di più se anzichè una pizza da asporto si decide di cucinare sul momento.
Di conseguenza a quanto detto si deduce che per il luogo in cui abito richiede una maggiore attenzione la gestione estiva del fabbricato che quella invernale.
Come già premesso negli articoli precedenti io e mia moglie siamo amanti del caldo perciò il raggiungere i 28° interni in estate per noi non è un gran problema. Quando parlo di temperature estive interne devo precisare però che sono prive di umidità. La centrale termica, non è in grado di generare freddo come può farlo un normale condizionatore ma riesce solo a stemperare l’aria in entrata e togliergli l’umidità esterna che è quella che rende maggiormente fastidioso il caldo.
Prestando particolare attenzione alle ombreggiature e ad aprire le finestre durante le ore notturne le calure estive degli ultimi anni non hanno destato nessun problema anche se in rare occasioni al limite. In questo caso a differenza dell’inverno l’ampia superficie della casa aiuta sicuramente a combattere l’afa estiva.

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INTERNATIONAL PASSIVE HOUSE DAYS 2013

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Il Comune di Cesena partecipa all’evento internazionale dei Passive House Days
La rivoluzione energetica è già una realtà in alcuni edifici passivi costruiti nei dintorni di Cesena, che garantiscono circa il 90 percento di risparmio energetico per il riscaldamento ed il raffrescamento rispetto alle costruzioni convenzionali, offrendo allo stesso tempo un alto livello di comfort abitativo interno, sia in termini di temperatura sia in termini di qualità dell’aria. L’8 e il 9 di novembre progettisti, architetti, committenti e artigiani saranno in grado di vedere e toccare con mano questi esempi attraverso la partecipazione del Comune di Cesena ai Passive House Days. Le porte delle case a basso consumo energetico del territorio cesenate e di tutta la regione Emilia Romagna saranno aperte al pubblico.

Decine di migliaia di persone in tutto il mondo hanno avuto l’opportunità di visitare edifici passivi, sin dalla prima edizione dei Passive House Days, dieci anni fa. Il Comune di Cesena partecipa all’evento per il secondo anno, nell’ambito del progetto europeo PassREg (www.passreg.eu) di cui il l’Amministrazione è partner. Nell’edizione 2012 il Comune aveva lanciato il censimento volontario degli edifici passivi presenti nel territorio cesenate. Quest’anno, in occasione del decennale, sarà organizzato un forum regionale, la mattina dell’8 novembre, che permetterà di conoscere le azioni concrete che l’Amministrazione sta perseguendo per raggiungere gli obiettivi energetici imposti dalla direttiva europea 20 20 20 e soprattutto gli esempi di edifici Passive House presenti in Emilia Romagna.

Lo standard Passive House è uno degli esempi di edifici a basso consumo energetico e rappresenta una possibile soluzione per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione dei consumi energetici fissati dall’Unione Europea. Il costo iniziale aggiuntivo impiegato nella fase di costruzione per questo tipo di edifici è compensato in pochi anni dal risparmio economico dei costi di riscaldamento e raffrescamento. Oltre al basso costo di mantenimento, il comfort abitativo risulta migliore grazie ad una temperatura interna ed una qualità dell’aria ottimali.

Durante il Forum regionale aperto a tutti dell’8 novembre, saranno presentati 2 esempi di edifici passivi certificati dal Passive House Institute presenti in Emilia Romagna: Casa Sani Bartius a Parma progettata dall’arch. Raffaele Ghillani e una ristrutturazione di una stalla-fienile a Sassuolo ad opera dell’Arch. Roncaglia. Verranno inoltre presentati edifici passivi realizzati nel territorio cesenate: Casa Berardi a San Mauro Pascoli dell’arch. Berardi, Casa Borghetti e Casa Fabbri rispettivamente a Montiano e a Cannucceto progettate dall’arch. Borghetti e Casa Torri a Monte Iottone curata dall’ing. Giovannini. Il Comune di Cesena organizzerà inoltre una visita guidata gratuita a Casa Berardi e Casa Borghetti nella giornata di sabato 9 novembre. Per partecipare occorre iscriversi entro il 4 novembre al sito: http://www.energieperlacittà.it .

L’evento dei Passive House Days è coordinato da iPHA, l’Associazione internazionale Passive House ed organizzato per l’Emilia Romagna dal Comune di Cesena. Un elenco dei progetti che partecipano all’evento è disponibile nel Passive House Database http://www.passivehousedatabase.org, ed ulteriori progetti aderenti all’iniziativa possono essere trovati sul sito http://www.passivehouse-international.org.

VENERDI’ 8 NOVEMBRE 2013 – FORUM REGIONALE
Sala del Consiglio, Comune di Cesena, Piazza del Popolo 10
ore 9.00 – Registrazione dei partecipanti
ore 9.15 – Saluti del Sindaco del Comune di Cesena
ore 9.30 – Saluti Ing. Broccoli Davide, Presidente Energie per la Città s.p.a. e Dott.ssa Lia Montalti, Assessore alla sostenibilità ambientale, politiche energetiche e progetti europei
ore 9.45 – Il Progetto europeo PassREg: il modello del Comune di Cesena per la diffusione degli edifici a consumo energetico quasi zero, Ing. Ilaria Prati Energie per la Città s.p.a.
ore 10.00 – Amministrare (con) l’energia, Ing. Alessandro Rossi, ANCI Emilia Romagna, settore Energia, innovazione, sviluppo sostenibile
ore 10.15 – Le strategie energetiche del nuovo Piano Strutturale Comunale di Cesena, Ing. Alessandro Delpiano, Dirigente Settore Programmazione Urbanistica, Comune di Cesena
ore 10.30 – La Scuola Materna di Martorano: soluzioni tecniche e costruttive di un edificio scolastico a basso consumo energetico, Arch. Bernabini Gualtiero, Dirigente Settore Edilizia Pubblica, Comune di Cesena
ore 10.45 – Coffe Break
ore 11.00 – Politiche locali di successo per promuovere Case Passive: casi concreti da PassREg, Ing. Marco Pietrobon, Politecnico di Milano, Gruppo eERG
ore 11.15 – Esempi di edifici passivi e zero energy fuori regione, Ing. Marco Pietrobon, Politecnico di Milano, Gruppo eERG
ore 11.30 – Casa Sani Bartius – Parma, Arch. Raffaele Ghillani, RGA studio
ore 11.45 – Casa da ristrutturazione stalla-fienile – Sassuolo, Arch. Anusca Roncaglia, Studio Roncaglia-Sola
ore 12.00 – Casa Berardi – San Mauro Pascoli, Arch. Marco Berardi, studio Planners
ore 12.15 – Casa Borghetti – Montiano, Arch. Gabriele Borghetti, studio Archefice
ore 12.30 – Casa Fabbri – Cannucceto, Arch. Gabriele Borghetti, studio Archefice
ore 12.45 – Casa Torri – Monte Iottone, Ing. Filippo Giovannini, studio A++
ore 13.00 – Discussione

SABATO 9 NOVEMBRE 2013 – VISITA GUIDATA
Partenza ore 9.00 al parcheggio dell’Ippodromo, vicino al chiosco di piadina. Rientro previsto ore 13.00.
ore 9.00 – 13.00 – Visita guidata presso edifici privati a basso consumo energetico: Casa Borghetti (Montiano – FC) – Arch. Gabriele Borghetti, Simona Faedi e Casa Berardi (San Mauro Pascoli – FC) – Arch. Marco Berardi, Alberto Berardi

Per la visita guidata è necessario prenotarsi su http://www.energieperlacitta.it entro il 4 novembre 2013, i posti sono limitati, max 16.

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Ci vediamo a Rovigo il 4 novembre 2011


Il 4 e 5 novembre si svolgerà il 5° convegno delle case passive a Rovigo.
Durante il convegno oltre a parlare di argomenti tecnici, nuove soluzioni costruttive e tecnologie, verranno presentate alcune realizzazioni che nel complesso si sono distinte. Esattamente il 4 novembre nel pomeriggo verrà presentata casa mia e avrò il pacere e l’onore di condividere coi partecipanti quella che è stata la mia esperienza.
Perciò non mancate, venite numerosi!

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Aspirazione centralizzata

Tra le varie possibilità di accessori che una casa può avere abbiamo scelto di installare un impianto di aspirazione centralizza.
E’ ormai una tipologia d’impianto diffusissima e tanti nostri amici lo utilizzano regolarmente nelle loro abitazioni.
Nel nostro caso è stato anche abbastanza facile scegliere la marca e il modello in quanto una delle aziende leader del mercato è nata ed opera proprio a San Mauro Pascoli.
Si tratta della General D’aspirazione che da diversi anni lavora per ottimizzare questo tipo di concetto e prodotto.
L’impianto d’aspirazione centralizzata va a sostituire il classico aspirapolvere, con la differenza che la macchina aspiratrice viene collocata in un vano tecnico dal quale attraverso una tubazione sotto traccia raggiunge ogni stanza del fabbricato. Attraverso alle bocchette si innesta il tubo di raccolta. Tra i tanti vantaggi questo tipo di impianto scarica direttamente all’esterno l’aria/polvere in movimento durante l’aspirazione, a differenza di un normale aspirapolve che solleva l’aria nell’ambiente in cui lo si utilizza.

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recupero acque piovane

Come potete evincere dai post durante la costruzione di una nuova casa sono tantissime le decisioni che bisogna prendere e tantissime sono le soluzioni di realizzo per ogni passo.
Si parla molto della possibilità del recupero dell’acqua piovana ed il suo riutilizzo nei servizi sanitari e per l’irrigazione.
Premetto che, questo è un argomento che non conosco bene e pertanto ciò che vi dirò andrà maggiormente messo in discussione, e vi invito, se troverete o avete informazioni più attendibile a commentare per dare a tutti la possibilità di avere maggiori punti di vista e magari qualche chiarimento da esperti.
Il riutilizzo delle acque piovane consiste nel convogliare le acque che scendono sul tetto e che finiscono nelle grondaie in apposite cisterne, da queste l’acqua viene ripescata al bisogno e utilizzata per lo scarico dei bagni o per innaffiare i fiori o l’orto.
Questa soluzione è stata da me valutata e trovata di grande bellezza, ma alla fine non realizzata per una serie di motivi che condivido.
Innanzi tutto per raccogliere le acque avrei dovuto creare delle vasche di raccolta con un aumento dei costi. Avrebbe inciso sul budget anche il creare una linea specifica per portare l’acqua ai wc e il relativo trattamento per evitare che creasse cattivi odori.
È vero di soldi ne sono stati spesi, e forse il maggior costo per questa realizzazione si sarebbe potuto poi ripagare in termini di sostenibilità ed ecologia, ma infine quello che mi ha fatto desistere è stata una riflessione che tra i vari confronti è nata.
Il clima in cui si trova la casa ha una discontinuità nelle precipitazioni meteerologiche, pertanto si verifica che nel periodo invernale ci siano molte e frequenti piogge mentre nel periodo estivo ci siano lunghi periodi di caldo con pochissime precipitazioni; da ciò si deduce che quando in inverno le cisterne sono piene d’acqua, questa è di poco utilizzo, poichè oltre all’uso per i servizi igienici è inutile per innaffiare, mentre in estate quando serve una quantità maggiore di acqua tutti i giorni, la riserva per quanto capiente, quanto durerebbe? Così ho pensato che il maggior costo di realizzo in realtà non avrebbe portato benefici.
A modo mio ho affrontato e trovato una soluzione a questo problema installando dei sanitari che consumano solo 4,5 lt d’acqua ad ogni risciacquo, riducendo ad un terzo i consumi per tale impiego. Questi sanitari non sono speciali ma semplicemente realizzati da un’azienda che vende anche in America e Australia dove vige una legge sul risparmio idrico. A breve anche in Europa verrà percepita e sarà obbligatorio per i produttori di sanitari produrre WC che scaricano a 4,5lt max, così come fu in passato, quando dai 12lt si passò ai 9lt ed ora ai 6lt. Infatti oggi, la maggior parte dei sanitari può scaricare a soli 6lt massimo. Calcolate che le classiche cassette di risciacquo ad incasso col doppio pulsante per lo scarico erogano circa 9 lt. a pieno carico mentre 4,5 lt. a carico dimezzato. I miei sanitari VitrA, omologati per lo scarico a massimo 4,5lt., installati su cassette di risciacquo ad incasso della Valsir che utilizzano una batteria di scarico a 4,5 lt a pieno carico e 3 lt per il mezzo carico.
Nella pratica vi posso garantire che i sanitari funzionano bene e l’acqua che scende è sufficiente per pulire il wc ogni volta che necessita.”

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Case & Stili maggio 2011

Ho appreso da amici che sul numero di maggio di Case & Stili si parla di geotermia e nello specifico è stato fatto un articlo sull’impianto di casa mia. Presumo che la Wiesmann abbia fornito il materiale che Le avevo presentato per partecipare al concorso “Progettare Sostenibile 2010”.
(pag. 236)

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fotovoltaico

Da quando gli operai dell’ENEL sono venuti fisicamente a febbraio ad attivare il contatore collegato ai pannelli fotovoltaici, la casa si può dire che si sia trasformata da passiva ad attiva.
In realtà alla casa non è cambiato un gran che, solo che, con l’attivazione dei 9,20 kw di fotovoltaico il fabbisogno energetico annuo dovrebbe essere totalmente soddisfatto, con molto avanzo.
Utilizzo il condizionale “dovrebbe” in quanto la produzione dipende molto dalle giornate di luce, e soprattutto perché abbiamo fatto numerosi calcoli per ipotizzare il consumo elettrico della nostra famiglia in questa nuova casa, ma solo dopo 12 mesi potremmo sapere con certezza se i conteggi saranno esatti.
I 40 pannelli da 230 Wp sono stati installati a fine 2010, quando era ancora presente un incentivo differente se la posa fosse integrata alla copertura o solo appoggiata sopra, perciò ho scelto quella più remunerativa (€. 0,442 al KWp) prestanto particolare attenzione a una soluzione di copertura che mi garantisse nel tempo la permeabilità all’acqua del tetto (al tipo di copertura dedicherò un apposito articolo prossimamente).
Come avete intuito dagli articoli precedenti ho scelto sempre fornitori che mi dessero serie garanzie e si prendessero la responsabilità delle lavorazioni, per questa fornitura mi sono affidato all’elettricista che ha fatto tutti i lavori alla casa, primo perchè il suo prezzo era in linea con quelli di altri fornitori di fotovoltaico e secondo perche così facendo per tutto l’impianto elettrico della casa ho un solo referente.

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sfiati dei bagni

Una casa passiva si differenzia da una casa classica non tanto per lo spessore dell’isolamento perimetrale o dei vetri (anche se importanti) ma specialmente per tanti piccoli dettagli e accorgimenti che si devono avere in tutte le fasi costruttive.
Gli sfiati dei bagni, ad esempio, nel mio caso per mantenere l’ermeticità all’aria del fabbricato ho dovuto installare un’apposita torretta con valvola di areazione.
Anche in questo caso non si tratta di una rivoluzione nel metodo costruttivo ma semplicemente di accorgimenti o dettagli che in un involucro particolarmente isolato rendono al minimo le dispersioni.
Sostanzialmente ogni volta che si schiaccia lo sciaquone si crea una depressione che fa aprire in maniera naturale la valvola, per poi richiudersi, sempre in maniera automatica e naturale, a fine ciclo di scarico. Posizionandola sul tetto ho dovuto ricoprirla, creando un camino dal lattonire, per evitare che il sole diretto possa alterarne il funzionamento e la durata.
In una casa passiva che ho visitato in Val Venosta, avevano posizionato questa valvola addirittura all’interno del fabbricato, così facendo non si aveva un cantotto con l’estreno salvaguardando al massimo l’ermeticità, ed essendo sempre chiusa, se non per qualche frazione di tempo in cui si apriva per ovvi motivi, non creava cattivo odore all’interno del vano in cui era stata posizionata.

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Addolcitore d’acqua

A monte di tutti gli impianti idrici e quindi all’arrivo dell’acquedotto dentro l’abitazione, ho scelto di installare un addolcitore d’acqua. Per un migliore funzionamento di tutti gli apparati idrici dai semplici miscelatori, alla lavatrice, alla lavastoviglie, ai bollitori…… l’utilizzo di un acqua addolcita, i cui gradi sono compresi tra 0 – 15°F, rende migliore il funzionamento e la durata degli stessi.
Prima di acquistare questo apparecchio ho ovviamente misurato di gradi francesi (°F) dell’acqua che ha rilevato una durezza attorno ai 35°F. L’acqua è definita dura quando la concentrazione di calcio e magnesio o altri minerali è superiore alla media. La durezza dell’acqua perciò è data dalla concentrazione di questi elementi. In generale sono considerate acque dolci quelle la cui durezza varia dai 0 – 15 °F media fra i 15 – 25 °F dura oltre 25°F.
Sostanzialmente l’acqua corrente viene fatta passare all’interno di una resina (nella fotografia di colore blu) carica di sodio che per una reazione chimica trattiene il calcio compreso nell’acqua e rilascia sodio. Il calcio non è solubile pertanto una volta depositato sulle pareti della resina una volta alla settimana o in base all’utilizzo anche più frequentemente avviene un lavaggio all’interno delle pareti e il calcare residuo viene scaricato all’esterno; attraverso una salamoia ricca di sale (contenitore bianco della foto) vengono rigenerate le pareti della resina.
L’esempio più semplice per comprendere tutto ciò è quello di una pentola d’acqua che bolle, se nell’acqua è presente il calcio, non essendo solubile, con l’inalzamento della temperatura si depositerà sulle pareti della pentola. Tengo a precisare che nell’acqua non viene eliminato totalmente il calcio ma solamente lititata la quantità, pertanto l’acqua risulta essere ancora di buona qualità alimentare.
Come per tante altre forniture mi sono appoggiato una azienda locale, la Thomas, che produce direttamente l’addolcitore e che offre un’ottima consulenza e assistenza sia in zona ma anche a livello nazionale.

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Qualità dell’aria interna

Normalmente l’aria che noi respiriamo giornalmente contiene approssimativamente una concentrazione di CO2 pari a 360 ppm (ovvero 360 parti di gas CO2 per milione di parti di aria). Se però noi soggiorniamo in un ambiente chiuso, per esempio se siamo a casa o in ufficio, il contenuto di CO2 può variare notevolmente. Da adulti, respirando, si effettuano più di 20,000 atti respiratori al giorno (pari a circa 14 al minuto) e quando siamo in un ambiente confinato le concentrazioni più alte di CO2 possono essere riscontrate in quelle stanze dove normalmente si trascorrono la maggior parte di ore (basti pensare che noi trascorriamo circa l’80/90% del ns tempo in ambienti chiusi) specialmente se insieme ad altre persone. Inoltre la presenza in questi ambienti di apparecchi a combustione, come un fornello o una stufa, o apparecchi che riscaldano l’aria come termosifoni, oppure lo stesso fumare una sigaretta fa aumentare la concentrazione di anidride carbonica all’interno dell’ambiente. Pertanto in tali condizioni, in luoghi chiusi, il livello di CO2 continua ad aumentare fintanto che non viene immessa aria fresca e pulita, ad esempio aprendo una finestra o adottando un sistema di ventilazione meccanica controllata.
È’ stato osservato che possono ritenersi adeguate le concentrazioni di CO2 che vengono mantenute tra i 350-800 ppm, infatti le persone con questi livelli solitamente non avvertono nemmeno il disagio di ritrovarsi a respirare aria “Viziata”. Non appena le concentrazioni di CO2 superano questi livelli si noteranno immediatamente effetti sgradevoli o malori più o meno accentuati a seconda del livello della sensibilità personale. Quando però la temperatura all’interno della stanza sale ed il livello di CO2 aumenta sopra i 1500 ppm subito si inizia ad avvertire il disagio di trovarsi in un ambiente insalubre. Al verificarsi di queste condizioni sarà cosa opportuna far sì che aria fresca venga immessa al più presto nell’ambiente.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità a da poco coniato una nuova malattia avente il nome “sindrome dell’edificio malato” (SSD) raggruppando tutti quei disturbi che un cattivo fabbricato o l’utilizzo errati degli spazi interni può causare.L’anidride carbonica agisce sulle nostre funzioni fisiche e vitali in molti modi, può modificare la respirazione, modificare la regolare circolazione del sangue ed alterare l’acidità dei fluidi del corpo. Le prime percezioni di una esposizione a concentrazioni elevate di CO2 portano comunemente ad avvertire fastidi ben noti come una difficoltà nel respirare, mal di testa, spossatezza fisica ed una netta sensazione di “mancanza di aria”.
L’immediata introduzione all’interno dell’ambiente di aria fresca è importante perché assicura un rapido ritorno alle condizioni fisiche precedenti eliminando questi fastidi. Di solito in una casa i livelli di CO2 possono variare tanto ed essere solitamente compresi tra i 500 ed i 2000 ppm. Molti studi hanno indicano che le concentrazioni di CO2, a questi livelli, non hanno un impatto sulla salute umana, ma iniziano ad agire seriamente sulle funzioni vitali intorno a livelli di concentrazione superiori. I sintomi che si manifestano possono includere nausea o vomito, vertigini, depressione mentale, tremori, disturbi della vista, la perdita di coscienza può accadere ma solitamente si verifica in presenza di livelli di concentrazione maggiori. La serietà dei sintomi manifesti è direttamente relazionata dalla concentrazione di anidride carbonica presente nell’ambiente ed alla durata di esposizione a cui un individuo è soggetto. Gli agenti inquinanti che si possono trovare all’interno di un edificio sono molteplici, dai materiali da costruzione, agli impianti di riscaldamento, condizionamento, alla cottura dei cibi, agli arredi, ai rivestimenti (pitture murali, vernici, pavimenti etc.), fino ai prodotti per la manutenzione e la pulizia (detersivi, insetticidi etc.).
Ritengo che quello che ognuno di noi può fare è scegliere sempre più prodotti e stili di vita poco inquinanti, e il sensibilizzare o aiutare ad avere maggiore consapevolezza e conoscenza.
Sulla base di questo come già descritto in altri articoli, ho prestato attenzione al materiale usato come intonaco, alla qualità delle pitture, all’uso di un cappotto ecologico, agli infissi in legno, all’efficienza energetica e all’eliminazione di emissione di co2.
Ho approfittato di questi giorni di festa per fare alcuni test di verifica.
Il primo fra tutti è stato quello della qualità dell’aria interna.
Assieme all’ing. Sancisi e ad un misuratore di ppm, abbiamo fatto misurazioni che condivido con voi.
Innanzi tutto abbiamo misurato la qualità dell’aria esterna e ho scelto di farlo il giorno dopo una grande nevicata, giornata in cui tutto è silenzioso e ovattato con l’aria fresca e pungente. Come si vede dalla fotografia abbiamo appoggiato il rivelatore a terra per alcuni minuti e poi abbiamo fatto la lettura. Identica cosa abbiamo fatto nelle stanze interne all’abitazione e il risultato è stato pressoché simile.
Non contenti comunque del test abbiamo approfittato della vicinanza dell’ora di pranzo per ripetere il test vicino ai fornelli. Le condizioni erano quelle usuali fuochi accesi per preparare il pasto a 4 persone, cappa d’aspirazione (industriale) sopra i fornelli accesa alla massima velocità e ventilazione dolce accesa al 70% della potenza. Se si calcola che sia la cappa dei fornelli che la ventilazione, con ben tre bocchette di ripresa in cucina, erano funzionanti il risultato è alquanto sorprendente!
Per fare la prova del nove abbiamo ripetuto il test nell’ufficio dell’ing. Sancisi a fine giornata di lavoro e lascio a voi ogni commento!

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