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recupero acque piovane

Come potete evincere dai post durante la costruzione di una nuova casa sono tantissime le decisioni che bisogna prendere e tantissime sono le soluzioni di realizzo per ogni passo.
Si parla molto della possibilità del recupero dell’acqua piovana ed il suo riutilizzo nei servizi sanitari e per l’irrigazione.
Premetto che, questo è un argomento che non conosco bene e pertanto ciò che vi dirò andrà maggiormente messo in discussione, e vi invito, se troverete o avete informazioni più attendibile a commentare per dare a tutti la possibilità di avere maggiori punti di vista e magari qualche chiarimento da esperti.
Il riutilizzo delle acque piovane consiste nel convogliare le acque che scendono sul tetto e che finiscono nelle grondaie in apposite cisterne, da queste l’acqua viene ripescata al bisogno e utilizzata per lo scarico dei bagni o per innaffiare i fiori o l’orto.
Questa soluzione è stata da me valutata e trovata di grande bellezza, ma alla fine non realizzata per una serie di motivi che condivido.
Innanzi tutto per raccogliere le acque avrei dovuto creare delle vasche di raccolta con un aumento dei costi. Avrebbe inciso sul budget anche il creare una linea specifica per portare l’acqua ai wc e il relativo trattamento per evitare che creasse cattivi odori.
È vero di soldi ne sono stati spesi, e forse il maggior costo per questa realizzazione si sarebbe potuto poi ripagare in termini di sostenibilità ed ecologia, ma infine quello che mi ha fatto desistere è stata una riflessione che tra i vari confronti è nata.
Il clima in cui si trova la casa ha una discontinuità nelle precipitazioni meteerologiche, pertanto si verifica che nel periodo invernale ci siano molte e frequenti piogge mentre nel periodo estivo ci siano lunghi periodi di caldo con pochissime precipitazioni; da ciò si deduce che quando in inverno le cisterne sono piene d’acqua, questa è di poco utilizzo, poichè oltre all’uso per i servizi igienici è inutile per innaffiare, mentre in estate quando serve una quantità maggiore di acqua tutti i giorni, la riserva per quanto capiente, quanto durerebbe? Così ho pensato che il maggior costo di realizzo in realtà non avrebbe portato benefici.
A modo mio ho affrontato e trovato una soluzione a questo problema installando dei sanitari che consumano solo 4,5 lt d’acqua ad ogni risciacquo, riducendo ad un terzo i consumi per tale impiego. Questi sanitari non sono speciali ma semplicemente realizzati da un’azienda che vende anche in America e Australia dove vige una legge sul risparmio idrico. A breve anche in Europa verrà percepita e sarà obbligatorio per i produttori di sanitari produrre WC che scaricano a 4,5lt max, così come fu in passato, quando dai 12lt si passò ai 9lt ed ora ai 6lt. Infatti oggi, la maggior parte dei sanitari può scaricare a soli 6lt massimo. Calcolate che le classiche cassette di risciacquo ad incasso col doppio pulsante per lo scarico erogano circa 9 lt. a pieno carico mentre 4,5 lt. a carico dimezzato. I miei sanitari VitrA, omologati per lo scarico a massimo 4,5lt., installati su cassette di risciacquo ad incasso della Valsir che utilizzano una batteria di scarico a 4,5 lt a pieno carico e 3 lt per il mezzo carico.
Nella pratica vi posso garantire che i sanitari funzionano bene e l’acqua che scende è sufficiente per pulire il wc ogni volta che necessita.”

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Tetto verde e guaina di copertura

Come già accennato su una copertura del fabbricato è stato realizzato un giardino pensiledi tipo estensivo inclinato, chiamato anche tetto verde.
In accordo con l’architetto è stata adottata questa soluzione per due motivi:
– uno quello di dare una maggiore coibentazione termica, in quanto lo strato di terra e di vegetazione fungono da isolanti naturali
– uno per soddisfare la scelta estetica.
Nella parte del tetto a due falde dopo aver posato lo strato di 16 cm di Stiferite abbiamo posato un manto impermeabile antiradice. Sopra il manto è stato realizzato il pacchetto tecnico del giardino pensile costituito dalla seguente stratigrafia:
1) strato di drenaggio e riseva idrica Daku FSD 30 costituito da un pannello in poliuretano espanso prestampato, avente un’altezza di cm. 8
2) Daku Stabilfilter, tessuto non tessuto di tipo tecnico come elemento di separazione tra il terreno e lo strato di drenaggio
3) georete di contenimento di tipo tridimensionale di altezza 7,5 cm avente lo scopo di trattenere il terreno, che potrebbe essere trascinato valle in casodi precipitazioni violente, soprattutto nella prima fase dopo il trapianto delle piante dove la scarsa presenza di radici nel suolo, aumentano tale rischio
4) substrato specifico per giardini pensili estensivi in ragione dello spessore di 9 cm e creazione di un drenaggio perimetrale in ghiaia lungo le zone più critiche
5) in fine abbiamo provveduto a trapiantare sul tetto delle piante di genere sedum spp (in varietà mista) in ragione di 15/20 piante/mq., in modo che alla loro crescita formino un cuscino di piante grasse alto circa 30 cm
Per il periodo estivo è stato previsto anche un sistema di irrigazione da utilizzare all’occorrenza o in periodi di siccità prolungata.
Per la realizzazione di tutto questo paccheto di tetto verde ho scelto di affidarmi alla CO.PA.RI. di Forlì, azienda specializzata da diversi anni nel sistema DAKU, in quanto la loro esperienza e le garanzie offertemi hanno soddisfatto a pieno le mie esigenze.

Sempre alla CO.PA.RI è stato affidato il compito della impermebilizzazione del tetto piano nella copertura superiore. Il materiale scelto in questo caso è una guaina autoriflettente bianca il cui nome è DERBIBRITE. Detta guaina mi è stata fornita e posata con una garanzia di 15 anni. Quest’ultima ha anche di per sè una proprietà isolante in quanto riflettendo la luce solare non riscalda il tetto.
Posso garantire che nelle giornate di sole cocente su questa copertura si camminava tranquillamente senza subire uno sbalzo termico, mentre sopra la parte di tetto a due falde dove era stata realizzata la guaina antiradice di color nero, nelle giornate di sole il clima diventava rovente.

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